Campania e Toscana diventano zone rosse

Nuova ordinanza del ministro Speranza in vigore da domenica. Passano ad arancione Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche

ROMA – Anche la Campania e la Toscana diventano regioni rosse, di massima allerta per il Covid come Lombardia, Piemonte, Calabria, Val d’Aosta e Alto Adige. E con Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche che portano a nove le regioni arancioni quasi tutta Italia è ormai chiusa o semichiusa.
Il verdetto della cabina di regia sulla base dei dati dell’epidemia cambia ancora la geografia del ‘lockdown morbido’, ma inesorabile, che impedisce o rallenta mobilità, socialità e attività produttive nel tentativo di fermare il coronavirus. Con conseguenze sociali che preoccupano (in Campania è già iniziata la protesta).
Restano gialle, per il momento, con un basso livello di allerta, solo Lazio, Veneto, Molise, Sardegna e Provincia di Trento. In base all’ultimo Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm), il ministro alla Salute Roberto Speranza, dopo aver avvertito le Regioni interessate dai nuovi provvedimenti, firmerà l’ordinanza, che sarà in vigore da domenica prossima, 15 novembre.
La zona rossa in Campania arriva dopo giorni di polemiche e di scene drammatiche negli ospedali napoletani. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca, che il lockdown locale lo aveva minacciato settimane fa senza poi proclamarlo, accusa il governo di non averlo varato a ottobre in tutta Italia. E attacca duramente l’esecutivo.
“Fatti salvi 3-4 ministri non è un governo, anziché andare allo sbaraglio sarebbe meglio avere un governo che non produca il caos che è stato prodotto in Italia – dice il presidente campano -. In queste condizioni meglio mandare a casa il governo”.
Uno che la zona rossa in Campania l’aveva invocata negli ultimi giorni è il napoletano Luigi Di Maio, ministro degli Esteri del M5S, che oggi risponde a De Luca affermando che “le sue sceneggiate le pagano i campani” e che “questo il governo non può permetterlo”.
L’altro avversario del governatore è il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che si ritrova la zona rossa regionale appena dopo aver firmato, dice, un’ordinanza che è già superata.
L’altra regione declassata a zona rossa è la Toscana, che nonostante un sistema sanitario storicamente considerato efficiente ha visto aumentare moltissimo contagi e ricoveri nelle ultime settimane. Il presidente Eugenio Giani intanto firma un’ordinanza per velocizzare le assunzioni negli ospedali, con l’entrata in servizio ad appena una settimana dalla chiamata.
Sotto le sei regioni e la provincia autonoma (Alto Adige) rosse, ce ne sono ora nove arancioni, con livello moderato di allerta e restrizioni meno severe, ma comunque rilevanti. Emilia, Friuli e Marche si vanno ad aggiungere ad Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria.
Nella prima il governatore Stefano Bonaccini, positivo al Covid e ora alle prese con una polmonite bilaterale, ha varato ieri un’ordinanza restrittiva al pari e di concerto con le confinanti Veneto e Friuli Venezia Giulia.
E nel tentativo di evitare il lockdown nazionale stile marzo scorso, anche nelle regioni gialle si adottano misure più severe. Nel Lazio ad esempio Nicola Zingaretti, “anche se – dice – la situazione è positiva”, vieta i mercati la domenica e chiude gli esercizi commerciali sopra i 2.500 metri quadrati. Il segretario Pd difende De Luca: “Ha avuto il merito di lanciare per primo l’allarme sulla seconda ondata”.
Tra i territori più colpiti dall’epidemia che restano gialle c’è il Veneto. “Non abbiamo vinto nulla – dice il governatore Luca Zaia -, la battaglia contro il Covid continua. Confido in un atto di responsabilità dei cittadini perché se cambiamo zona di rischio ci chiudono i confini comunali”.

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