Economia siciliana in picchiata verticale. Armao: “La peggiore recessione della storia”

Nel 2020 Pil tra il -8% e il 9,5%. Reddito di cittadinanza e di emergenza per 240 mila famiglie. L'assessore: "Tornati a inizio anni '90" VIDEO

PALERMO – Si fa sempre più drammatica la crisi economica in Sicilia a causa della pandemia da Covid-19. Secondo la nota di aggiornamento al Defr, presentata dall’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, la previsione sul Pil tendenziale per il 2020 si aggrava, passando dal -7,8% all’8% se non addirittura al -9,5% in uno scenario che tiene conto di altri fattori di rischio.
“Il variegato e variabile contesto ha indotto ad un’analisi di scenario incentrata su su due prospettive alternative di evoluzione degli effetti della pandemia – spiega Armao – una più favorevole, direttamente discendente dalla NaDef statale e alla quale ci si deve giuridicamente attenere, compendiata da una più prudente sul relativo impatto economico pluriennale. Ciò in quanto vi è il rischio che le dinamiche negative innescate dalla pandemia e dalle connesse misure di salvaguardia, seppur accompagnate da iniziative di mitigazione quali sussidi, ristori, sostegno a famiglie e lavoro, non scongiurino gli effetti profondamente negativi sui lavoratori e le imprese”.
Ecco perché per la Sicilia sul Pil tendenziale “se emerge un peggioramento dell’andamento per l’anno in corso (da -7,8% a -8,0%), in linea con quanto prospettato nella relazione all’Ars già nel marco scorso – sostiene l’assessore – si evidenzia, tuttavia, un più robusto rimbalzo delle previsioni di crescita per il 2021-2023; a partire dall’anno prossimo: +5,0%, invece che +3,4% e un +3,5% nel 2022, mentre il Pil programmatico segna un +7,6% nel 2021 ed un +4,7 nel ’22”.

Nello “scenario di rischio”, invece, una previsione più cauta connessa all’eventuale protrarsi della seconda ondata di contagio pandemico si evidenzia una contrazione del Pil per il 2020 del 9,5% ed una ripresa più lenta del Pil tendenziale nel successivo periodo. “Anche se in questo caso gli effetti delle politiche di sviluppo, rilancio e resilienza statale e regionale, con un incremento del Pil nel triennio 2021-23 del 16,3% – afferma Armao – consentirebbero non solo di recuperare quanto perduto nel 2020, ma addirittura gran parte della contrazione dello scorso decennio, riportando così l’economia siciliana verso i massimi livelli di crescita”.
Secondo i dati forniti, a fine anno la massa finanziaria erogata in Sicilia tra reddito di cittadinanza e reddito di emergenza ammonterà a 1,7 miliardi di euro, per un bacino di 240 mila nuclei familiari, pari al 2,4% del reddito disponibile.
“La Regione siciliana deve fare i conti non solo con una gravissima pandemia che continua drammaticamente a mietere vittime, dispensando malattie e sofferenze, ma anche con la più grave recessione economica della sua storia e che ha portato il livello del prodotto interno lordo all’inizio degli anni ’90: – 7,5 miliardi di euro di Pil nel 2020”, spiega Armao.
“Se durante la prima metà dell’anno l’attività economica ha subito un violento shock – afferma l’assessore – nel terzo trimestre, con la graduale revoca delle misure di contenimento, si è aperta una crescente fase di ripresa. Tuttavia, la grave recrudescenza della pandemia nelle ultime settimane, con le nuove misure di salute pubblica introdotte dalle autorità nazionali per limitarne la diffusione, è all’origine di crescenti e pesanti perturbazioni”.
“Contrariamente alle crisi precedenti, la crisi post Covid-19 è stata simmetrica nel colpire gli Stati membri, ma l’impatto aggraverà ulteriormente le divisioni economiche, sociali e territoriali, soprattutto in quelle Regioni in cui la situazione prima della crisi era già più fragile e dove le prospettive di ripresa sono compromesse a causa degli svantaggi geografici e delle maggiori difficoltà a beneficiare del mercato unico. È quindi ineludibile – prosegue Armao – pensare a salvare i siciliani prima di tutto dal contagio e contestualmente dalle disastrose conseguenze economiche. Questo deve comportare l’indennizzo immediato a coloro che hanno dovuto chiudere la propria attività o perso il lavoro, così come richiesto dal governo regionale”.

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