Orlando-Razza, guerra sui tamponi

Il Comune di Palermo: "Sicilia ultima in Italia in rapporto ai residenti". L'assessore regionale: "Dati falsati, siamo tra i primi in base a linee guida nazionali"

PALERMO – E’ guerra tra il Comune di Palermo e la Regione Sicilia sul numero dei tamponi effettuati per accertare eventuali casi di coronavirus nell’Isola.
Afferma una nota del Comune di Palermo: “La Sicilia è, in rapporto alla popolazione residente, l’ultima regione per il numero di tamponi effettuati: 7503,4 ogni 100 mila abitanti, preceduta dalla Campania con 7861,9. Il dato medio nazionale è pari a 15030,0 tamponi ogni 100 mila abitanti. Il maggior numero di tamponi è stato effettuato nelle regioni del nord est”.
“Inoltre – prosegue il comunicato – sempre nella settimana dal 31 agosto al 6 settembre, in Sicilia sono stati effettuati 532,4 tamponi ogni 100 mila abitanti, il 32,3% in più rispetto alla settimana precedente, ma pur sempre il secondo valore più basso fra tutte le regioni italiane dopo la Calabria, poco più della metà del valore medio nazionale (pari a 1042,3 tamponi ogni 100 mila abitanti)”.
Per il sindaco Leoluca Orlando “i dati confermano, insieme alla recrudescenza di casi positivi asintomatici, l’assoluta necessità che sia incrementato il numero di controlli, così come siano mantenute e rafforzate forme di tracciamento che permettano, in caso di positività, di identificare e isolare velocemente le persone potenzialmente esposte al contagio”.
Ribatte l ‘assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza: “Il Comune di Palermo, ancora una volta e senza averne alcun titolo, diffonde una notizia che vedrebbe la Sicilia ultima in Italia per tamponi”.
E aggiunge: “Si tratta di una vicenda grottesca e falsata. In Sicilia, infatti, si applicano le linee guida nazionali sui soggetti cui fare i tamponi e nel rapporto tra positivi e numero di tamponi fatti siamo tra i primi in Italia. Il tampone si può fare a tutti i soggetti indicati dalle linee guida ministeriali e su tutti i contatti dei casi positivi o sospetti positivi”.
“Valuterò nelle prossime giornate – afferma Razza – se esistono le condizioni per agire in giudizio contro il Comune di Palermo, che non è l’Istat siciliano. Perché questa stessa sollelcitazione non la utilizza il sindaco di Palermo per diffondere i dati sulla raccolta differenziata? O su tutti gli aspetti che riguardano le sue competenze?”.

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