Ex cinema Esperia all’Università di Catania

Affido in comodato perpetuo: ospiterà lezioni e attività didattiche

L’ex cinema Experia è stato affidato in comodato perpetuo dalla Regione siciliana all’Università di Catania, che vi ospiterà già a partire dai prossimi giorni lezioni e attività didattiche.

L’accordo è stato sottoscritto questa mattina alla presenza del presidente della Regione Nello Musumeci, del rettore Francesco Priolo, del direttore generale dell’Università di Catania Giovanni La Via, della soprintendente ai Beni culturali e ambientali Rosalba Panvini e del presidente dell’Ersu di Catania Mario Cantarella.
L’edificio di via Plebiscito 782, che è stato ristrutturato dalla Soprintendenza, ospita un grande auditorium da quasi 240 posti e può contare su un ampio spazio esterno, una volta destinato a proiezioni estive.
Con la stipula della convenzione odierna, l’Università si impegna a utilizzare l’immobile – in precedenza affidato all’Ersu – per attività didattiche, provvedendo alla manutenzione ordinaria, ivi compresi i servizi relativi alla vigilanza e alla pulizia. Alla Regione rimangono gli oneri della manutenzione straordinaria. Ersu e Soprintendenza potranno organizzarvi degli eventi culturali e ricreativi, in accordo con l’Ateneo.

“Finalmente torna a rivivere questo spazio che ha ospitato il cinema Experia – ha commentato il rettore Priolo – già dall’inizio della prossima settimana vi accoglieremo, pur nel rigoroso rispetto delle misure di prevenzione e sicurezza anti-Covid, le tante studentesse e i tanti studenti che in questi giorni si stanno immatricolando all’Università di Catania. Ringrazio il presidente Musumeci, l’Ersu e la Soprintendenza per la particolare sensibilità dimostrata, che ci consente di dare una risposta logistica immediata al ‘boom’ di iscrizioni”.

“Da oggi questa struttura è affidata alle cure dell’Università di Catania per le proprie attività didattiche e accademiche – ha sottolineato il presidente Musumeci – e siamo certi che il suo utilizzo avrà una forte ricaduta per la città e per il bacino di riferimento dell’Ateneo. In questo modo, recuperiamo un bene di indubbio interesse storico e concludiamo un percorso avviato già anni addietro, evitando che si potesse trasformare in una grave incompiuta pubblica”.

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