Open Arms, migranti si buttano in mare. Musumeci: “Ong solo in Sicilia, una beffa”

I 76 extracomunitari che si sono lanciati in acqua sono stati recuperati dalla capitaneria di porto FOTO

Sono stati tutti recuperati dalle motovedette della capitaneria di porto i 76 migranti che si sono gettati in mare per protesta questa mattina dalla Open Arms. Uomini e donne hanno tentato di raggiungere la riva a nuoto ma sono stati riportati a bordo della nave della Ong spagnola che si trova da ieri sera davanti alle coste del capoluogo siciliano in attesa del trasbordo.
I 76 migranti saranno imbarcati sulla nave quarantena Allegra della Gnv, attraccata al porto di Palermo al molo Piave. Dall’imbarcazione sono scesi alcuni bambini e donne che hanno terminato la quarantena. Uomini e donne sono stati sottoposti ai controlli medici e al tampone. Anche gli altri 211 migranti che si trovano a bordo della nave spagnola della Ong potrebbero salire sulla stessa nave. In porto è stata allestita una zona dove i migranti sono visitati e assistiti.
Intanto sulla questione migranti è tornato a pronunciarsi il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci: “Leggere sui giornali che l’Europa cambia la linea sui migranti, mentre tutte le Ong si dirigono solo sui porti siciliani, suona come una beffa. Sembra che la cosa non interessi più a nessuno, ma continua ad essere la Sicilia a sostenere il peso più grande di questa emergenza nell’emergenza. Aspettiamo il 23 settembre, un nuovo accordo che superi finalmente quello di Dublino? O qualcuno – se davvero è cambiata la musica – si fa carico di venire incontro all’Italia e alla Sicilia, aprendo i porti di altri Paesi europei?”.
“Da mesi – prosegue – chiediamo al governo centrale di mettere in sicurezza igienico-sanitaria hotspot e centri di accoglienza. Il Viminale sembrava essersi svegliato tra il 4 e il 5 settembre (con due atti e dopo l’incontro chiesto e ottenuto a Roma con il premier), ma ancora passano i giorni, le settimane e non si è visto un solo intervento concreto per restituire sicurezza sanitaria a quei luoghi e alla nostra popolazione. Tanti impegni ma nessun fatto concreto. Quando le parole diventeranno azioni? Siate veloci, presidente Conte e ministro Lamorgese, come fate quando impugnate una nostra ordinanza. Non costringeteci ad agire di nuovo!».

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