Nasce il primo supermercato per persone autistiche

Alla Coop di Monza: luci più basse, niente suoni forti, priorità alle casse, personale appositamente formato

MILANO – Luci più basse, niente suoni forti, priorità alle casse, personale appositamente formato e immagini che spiegano cosa si trova in ogni corsia: sono alcuni degli accorgimenti adottati dal supermercato Coop di Monza, che aprirà al pubblico il prossimo 10 settembre, per diventare il primo supermercato in Italia ‘autism friendly’, cioè adatto anche alle persone autistiche. Il progetto, presentato oggi a Monza da Coop Lombardia, ha visto la collaborazione di due associazioni di familiari di persone autistiche, Alla3 e PizzAut.
“Siamo il primo supermercato in Italia a fare una cosa del genere, e anche in Europa probabilmente. Speriamo di essere copiati dalle altre catene di supermercati – precisa Alfredo De Bellis, vicepresidente vicario di Coop Lombardia – Noi estenderemo questo modello a tutti gli altri punti in Lombardia”.
Nei negozi tradizionali, infatti, “ci sono molte barriere sensoriali per le persone autistiche di qualsiasi età, come le luci o i rumori troppo forti”, precisa Camilla Galloni, una delle mamme dell’associazione Alla3, che ha contribuito realizzando la segnaletica grafica per le corsie del supermercato adatta alle persone autistiche. Uno dei punti fermi nella giornata delle persone autistiche è infatti proprio l’uso di immagini semplici per scandire le azioni e seguire una routine. Così Neshat Asgari, architetto iraniana e una delle madri di Alla3, ha realizzato i disegni usati nelle corsie del supermercato, seguendo i criteri della Comunicazione Aumentativa Alternativa (Caa).
“Questi sono stati sottoposti a neuropsicomotricisti esperti in autismo – racconta Asgari – e ad un’associazione di persone autistiche adulte”. Nel supermercato le persone autistiche e i loro accompagnatori avranno priorità alle casse e all’ingresso riceveranno una mappa del supermercato con questa segnaletica. Tutti i dipendenti sono stati appositamente formati a riconoscere la malattia e favorire la comunicazione con loro, grazie al contributo di PizzAut, ristorante gestito esclusivamente da ragazzi autistici, e ora rivisitato in chiave itinerante a causa del coronavirus con un food truck.
“La normalità dev’essere inclusiva, è una questione di civiltà – ha detto Nico Acampora, fondatore di PizzAut e padre di un figlio autistico – Avremo fatto una piccola rivoluzione quando non ci sarà più bisogno di Coop o PizzAut”. Un problema quello dell’autismo che non riguarda poche persone. Si stima infatti che “attualmente in Italia vi sia un bambino con questo disturbo ogni 70 nati”, ha spiegato Lucio Moderato, direttore dei servizi innovativi per autismo della Sacra Famiglia di Cesano Boscone (Milano).
Purtroppo, ha aggiunto il cantante Elio, leader della band Elio e le storie tese e padre di un figlio autistico, “in Italia manca tutto, e ci si affida all’iniziativa individuale, mentre chi dovrebbe farlo per legge non lo fa”. Tutte le persone autistiche, conclude Elio, “avrebbero un futuro migliore se potessero accedere a cure e trattamenti che ci sono e andrebbero attuati per legge, ma non vengono offerti”.

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