Dall’autostrada spezzata in due alla trazzera di Caltavuturo

Riapre il viadotto Himera dopo cinque anni di ritardi e polemiche

PALERMO – La pioggia incessante, il costone che frana. Terra e fango si abbattono sui piloni, il viadotto Himera si piega. L’autostrada A19 Palermo-Catania, spezzata in due così come i collegamenti stradali in Sicilia. Era il 10 aprile del 2015. Cinque anni di polemiche, lavori, ritardi, rinvii.
Doveva essere riaperto nell’aprile scorso. Il lockdown ha bloccato tutto. Sfumata l’ipotesi maggio, si puntava a luglio. I primi, poi fine mese. Tanto scetticismo. In mezzo rimpalli di accuse tra Regione e Anas. Tra ministero per le Infrastrutture e governo regionale. A Palazzo d’Orleans nessuno credeva più alle promesse, tant’è che l’assessore Marco Falcone qualche settimana fa era stato perentorio: “Dicono che il 31 luglio riaprono il viadotto? Non ci credo, se lo fanno mi dimetto”.
Ci siamo. Oggi il ministro per le Infrastrutture Paola De Micheli ha inaugurato la riapertura al traffico del ponte, con lei il vice Giancarlo Cancelleri, che si è battuto perché l’Anas rispettasse la scadenza. Falcone le dimissioni, come promesso le ha consegnate al governatore Nello Musumeci, che le ha respinte.
Polemiche a parte, ci sono voluti cinque anni per rimettere in piedi il viadotto, la cui chiusura ha creato tantissimi disagi, tra le proteste dei sindaci. La chiusura ha costretto gli automobilisti a raggiungere Polizzi Generosa per superare il viadotto per poi rimettersi in autostrada. Una trentina di chilometri di strade di montagna, un’ora di odissea.
Poi arrivò la “trazzera” di Caltavuturo, costruita con i fondi dei deputati del gruppo parlamentare dei 5stelle: un percorso tortuoso e in pendenza che comunque ha permesso di abbattere di molto i tempi per riprendere l’autostrada.
Ci vollero sette mesi prima per l’Anas per costruire un bypass, spesa da 7,4 milioni, per scavalcare la carreggiata del ponte e immettersi in autostrada da una rampa. La carreggiata per Palermo fu riaperta dopo più di un anno dalla frana. I lavori di ricostruzione, pari a 11 milioni di euro, sono stati avviati a maggio del 2018: dovevano concludersi tre mesi fa.

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