“Bonaccorsi non può subentrare a Pogliese”

Sammartino e Barbagallo contestano l'insediamento del vicesindaco di Catania: "Non è a norma di legge"

“Non può essere il vice sindaco Roberto Bonaccorsi a guidare la Città metropolitana di Catania. L’Ente, a seguito della sospensione del sindaco Salvo Pogliese, è priva della figura di guida politica, e legale rappresentante, e la legge regionale 15/2015 prevede che in caso di sospensione dovrebbe essere il ‘vicesindaco metropolitano’ a farne le veci (o in subordine il consigliere metropolitano più anziano di età). Purtroppo non essendosi mai costituiti gli organi (per effetto del continuo rinvio delle elezioni di secondo livello), il vicesindaco metropolitano non è stato, né poteva essere, nominato”.
A dirlo è il presidente della Commissione Cultura all’Ars, Luca Sammartino, che ha presentato un’interrogazione urgente in cui chiede come la Regione intende garantire la governabilità dell’Ente dopo la sospensione del sindaco Pogliese.
“Perciò – prosegue il parlamentare Iv – essendo il consiglio metropolitano sostituito da un commissario straordinario inviato dalla Regione, dovrebbe essere questo a guidare l’Ente. Diversamente competerà sempre alla Regione, secondo la normativa generale, nominare un altro commissario straordinario coi poteri del sindaco”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato e segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo: “Il sedicente sindaco della città metropolitana di Catania commetterebbe una grave illegittimità non supportata da nessuna norma di legge. Lo diffidiamo non solo dall’insediarsi ma anche dall’adottare qualunque atto che sarebbe colpito da nullità”.
“Depositeremo un atto ispettivo urgente – prosegue Barbagallo – che trasmetteremo all’assessorato Funzione pubblica e per conoscenza alla Procura della repubblica e alla Corte dei conti affinché vengano valutate eventuali reati”. Interviene anche Angelo Villari, segretario provinciale del Partito Democratico: “sensibilizzerò tutti i sindaci della provincia di Catania a riunirsi in assemblea – afferma – per adottare decisioni conseguenziali ad un grave abuso perpetrato nei confronti dei due enti, comune di Catania e Città metropolitana, e dei cittadini del territorio”.

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