Cessione Coop, si presenta Gds

Luca Ciliberti La newco pronta a rilevare 4 ipermercati e 5 supermercati. L'operazione prevede 223 esuberi

CATANIA – La vertenza sulla cessione del ramo d’azienda Coop in Sicilia entra nel vivo. Oggi i vertici di Coop Allenza 3.0 hanno incontrato i sindacati di categoria. Molti i punti in discussione, e molte anche le incognite.
Sul tavolo c’è la proposta di acquisizione del ramo (ipermercati di Palermo, Catania, Ragusa, Milazzo e cinque supermercati) da parte della newco GDS (Grande distribuzione siciliana) che prevede 223 esuberi, di cui cento con esodo incentivato, per la maggior parte nella provincia di Catania. Del nuovo soggetto imprenditoriale fanno parte il presidente dell’ente bilaterale sul terziario siciliano Maurizio Calaciura, l’imprenditore Antonino Di Liberto (che gestisce un paio di punti vendita Decò a Palermo) e l’imprenditore siciliano Leonardo Palmieri, che dovrebbe essere il socio finanziatore.
“Ammiriamo la buona volontà degli imprenditori, ma Coop è già in sofferenza da anni – spiega Davide Foti della Cgil – Si parla di esuberi full time equivalente, ciò significa che i numeri potrebbero aumentare a dismisura considerando che la maggior parte dei dipendenti sono part time. Questa di Coop è una vertenza complicata anche perché inserita nel più ampio piano nazionale di dismissione di rami d’azienda. Gli incontri proseguiranno nei prossimi giorni”
“Secondo quanto ci è stato prospettato dall’acquirente – aggiunge la leader della Uiltucs Sicilia, Marianna Flauto, l’incentivo economico all’esodo è basso e non soddisferebbe le nostre richieste”.
“Dobbiamo considerare che ancora siamo in una fase in cui si attende l’avviamento della procedura di cessione di ramo d’azienda, che deve essere ancora formalizzata – continua la sindacalista – e ci sono anche i diritti sul marchio. L’eventuale cessione, infatti, prevede il mantenimento del marchio Coop e l’applicazione di vincoli inclusi nel master franchising, come l’approvvigionamento obbligatorio per l’80 per cento di merce a marchio Coop. Un grande impegno per chi acquisisce”.
L’operazione apparirebbe in salita. Serviranno diversi confronti, anche con le organizzazioni sindacali nazionali, per arrivare a un accordo. Quello che allarma i lavoratori è poi il piano di ricollocamento. “Ciò che non ci convince – conclude Flauto – è il fatto che lo sviluppo dei nuovi punti vendita, contenuto nel piano della GDS, si concentra su territori dove non c’è esubero di personale. Ciò potrebbe significare che, una volta passato a regime, venga chiesto ai dipendenti di spostarsi fuori dai comuni dove attualmente lavorano. Non vorremmo che fosse una manovra per costringere i lavoratori a licenziarsi”.

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