Aumenta il gradimento per Musumeci, De Luca secondo tra i sindaci più amati

Classifica Il Sole24ore. Il presidente della Sicilia si piazza al 12° posto, Zaia (Veneto) in vetta. Tra i sindaci De Caro primo, male Pogliese e Orlando

L’edizione 2020 del Governance Poll, l’indagine con cui ogni anno Noto Sondaggi misura il consenso degli amministratori locali, distribuisce successi e cadute che oggi, il viste delle imminenti scadenze elettorali, assumono un significato politico rilevante. I risultati evidenziano un doppio dualismo che nella Lega esalta il presidente veneto Zaia e schiaccia il lombardo Fontana e nel Pd innalza l’emiliano-romagnolo Bonaccini e fa sprofondare il laziale Nicola Zingaretti e il pugliese Michele Emiliano.
Cresce il consenso per il presidente siciliano Nello Musumeci che aumenta di 13,3% punti rispetto alla classifica dell’anno scorso, migliora di 6 punti rispetto alle elezioni del 2017 ed è il terzo presidente per aumento del consenso rispetto al giorno delle elezioni dopo Zaia e Toti (Liguria). Complessivamente in classifica Musumeci si piazza 12°, dietro Vincenzo de Luca (Campania), guadagnando 4 posizioni rispetto al 2019 quando era ultimo.
In graduatoria il governatore del Veneto Luca Zaia e il sindaco di Bari (e presidente dell’Anci) Antonio Decaro sono gli amministratori locali più popolari in Italia. Entrambi, anche sotto la spinta dell’emergenza Covid-19, ottengono un consenso quasi plebiscitario: se si votasse in questo momento otterrebbero il 70% delle preferenze.
Sulla classifica delle Regioni, per il Governance Poll del Sole 24 Ore, l’indicazione più evidente è l’en plein del centrodestra con i quattro governatori più popolari d’Italia: subito dopo Zaia, infatti, si piazzano Massimiliano Fedriga (Friuli V.G., Lega, 59,8%), Donatella Tesei (Umbria, Lega, 57,5%) e Jole Santelli (Calabria, Forza Italia, 57,5%). Al quinto posto, con consensi in crescita rispetto al giorno delle elezioni (dal 51,4 al 54%), si classifica il primo governatore del centrosinistra, quello dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
Il progresso più significativo è quello di Giovanni Toti in Liguria (dal 34,4 al 48%). Sul fronte delle città capoluogo, al Governance Poll del Sole 24 Ore, dopo il primo posto di Decaro e il secondo di Cateno De Luca (Messina, Lista civica), si registra il terzo posto ex aequo di sindaci che hanno vissuto in prima linea due diverse situazioni di emergenza: quella del Ponte Morandi per Marco Bucci (centrodestra, Genova) e quella del coronavirus per Giorgio Gori (centrosinistra, Bergamo). Il sindaco di Catania Salvo Pogliese si ferma al 103° posto (-13 punti), quello di Palermo Leoluca Orlando al 105° (-8) e ultimo posto.
Nelle retrovie due figure simbolo a livello amministrativo del Movimento Cinque Stelle: Virginia Raggi a Roma e Chiara Appendino a Torino, rispettivamente al penultimo posto (con un calo di 29 punti rispetto al 67,2% del giorno di elezione) e al 97° (-10,9). Indietro anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris (al 100° posto con un calo di 24 punti). Tra le grandi città, in lieve crescita i sindaci di Firenze Dario Nardella (34° posto) e di Milano Giuseppe Sala (52°).
Crolla il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida (centrosinistra), che nella speciale classifica si attesta 39° posto (secondo tra i siciliani), ma perde il 15,6% del gradimento, dal 70,7% al 55,1%,. Il sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì (centrodestra) al 47° posto guadagna l’1,2% passando dal 53,1% al 54,7%, segno leggermente positivo anche per il primo cittadino di Ragusa, Francesco Italia (centrosinistra), che dal 53% va al 53,4% (+0,4%) al 52° posto. Giù anche i sindaci di Agrigento Calogero Firetto (centrosinistra) che si piazza al 79° posto e dal 59% scende al 50%, mentre quello di Enna, Maurizio Di Pietro (civica) si attesta al 79° posto dal 51,9% passa al 50. Perde il 10%, infine, il sindaco di Caltanisetta Roberto Gambino (M5s) al 91° posto, dal 58,9 delle elezioni va al 48,9% del gradimento.
Per Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi “i risultati del Governance Poll sembrerebbero aprire nuovi scenari di leadership nazionale, ma bisogna sempre fare conti con i profili percepiti dagli elettori in relazione ai singoli ruoli che gli stessi politici occupano”.
“Non è sufficiente essere riconosciuto come un “buon amministratore” per proiettarsi su dinamiche nazionali. Molto spesso i sindaci ed i presidenti di Regione ottengono un gradimento alto ma che si concentra nell’area territoriale in cui operano e non è facile poi estendere al resto d’Italia questo riconoscimento”, spiega Noto, il quale aggiunge che “comunque sia, al Governance Poll emergono informazioni tali che forse possono far pensare che dal ‘vivaio’ dei sindaci e presidenti ci siano già alcune personalità che aspirano a ruoli nazionali, anche perché per molti di essi si tratta del secondo mandato come amministratori e, quindi, una volta terminato, dovranno rimettersi in gioco in altri ruoli”.
“Guardando la classifica dei sindaci viene da pensare che chi opera nelle città medie riceve una maggiore attenzione positiva rispetto ai primi cittadini delle grandi città. È il caso per esempio del sindaco barese Decaro, o di quelli di Messina, Bergamo e Genova. Se, invece, si rivolge lo sguardo ai presidenti di Regione bisogna tenere conto che in questo periodo di emergenza sanitaria sono stati sempre alla ribalta mediatica e quindi attrattori di consenso. Lo stesso Zingaretti probabilmente paga lo scotto della ‘doppia carica’ nel senso che per la sua attività è probabilmente più conosciuto come leader nazionale che presidente della Regione Lazio, anche per quanto riguarda tutta la comunicazione sviluppatasi sul tema covid”, conclude Noto.

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