Il boss ‘Tempesta’ e le cosche americane: blitz a Castellammare del Golfo, 13 arresti

Il capomafia Francesco Domingo aveva contatti con la famiglia Bonanno di New York. Tra gli indagati anche il sindaco Nicolò Rizzo I NOMI

TRAPANI – I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Trapani, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno eseguito 13 arresti e 11 denunce nei confronti di presunti affiliati alla famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo. Tra gli arrestati il reggente, Francesco Domingo, soprannominato “Tempesta” e già condannato per associazione mafiosa.
Nell’operazione “Cutrara” sono stati impegnati 200 militari dell’Arma con il supporto di unità navali, aeree e reparti specializzati come lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, nonché unità cinofile per la ricerca di armi. Eseguite anche decine di perquisizioni. I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Scoperti inoltre importanti legami che il boss castellammarese avrebbe intrattenuto con esponenti delle famiglie mafiose americane, in particolare i Bonanno di New York che “in più occasioni – sottolineano gli inquirenti – andavano a rendere visita a Domingo aggiornandolo sulle dinamiche mafiose d’oltreoceano e chiedendo l’autorizzazione a interfacciarsi con altri esponenti mafiosi del mandamento di Alcamo”.
Tra gli indagati c’è anche il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicolò Rizzo. Su disposizione della Dda, i carabinieri stanno perquisendo l’abitazione e l’ufficio del sindaco: Rizzo è destinatario di informazione di garanzia e invito a rendere interrogatorio.
Indagati anche un ex consigliere comunale di Castellamare del Golfo che avrebbe chiesto a Francesco Domingo, considerato il vertice della famiglia mafiosa locale, di attivarsi per il recupero di un mezzo agricolo che gli era stato rubato, e un avvocato, ex consigliere Comunale di Trapani, che avrebbe concorso con Domingo e Francesco Virga (tra gli arrestati di oggi) nell’estorsione a un imprenditore agricolo.
IL RUOLO DI DOMINGO. Domingo avrebbe ereditato la reggenza della famiglia dal 1997 fino al 2004, continuando a esercitare il suo potere anche dall’interno del carcere e ripresentandosi al vertice dopo essere tornato in libertà. Per gli inquirenti Domingo aveva svolto il ruolo di tramite fra Cosa nostra e un’organizzazione criminale operante in Sardegna in quanto Giovanni Brusca e il superlatitante Matteo Messina Denaro “avevano programmato alcuni atti ritorsivi contro le guardie carcerarie che proprio in Sardegna, a loro avviso, si sarebbero resi responsabili di gravi maltrattamenti contro i detenuti al 41 bis”.
Domingo avrebbe inoltre organizzato un incontro tra Gaspare Spatuzza e Messina Denaro, all’epoca entrambi latitanti, “incontro in cui erano state assunte le decisioni sulla custodia delle armi a disposizione delle famiglie mafiose del Trapanese”.
“La carica rivestita da Tempesta – spiegano gli inquirenti – era riconosciuta unanimemente anche dalle articolazioni di Cosa nostra”. Tra i soggetti coinvolti nell’operazione, c’è anche Francesco Virga, precedentemente arrestato e che ha ricevuto oggi una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa ed estorsione, perché, assieme a Diego Angileri, avrebbe costretto, secondo l’accusa, un imprenditore agricolo castellammarese a cedere un vasto appezzamento di terreno che conduceva nelle contrade di Marsala.
Per gli inquirenti, la famiglia sarebbe “molto attiva anche nel territorio di competenza” avendo acquisito la “gestione diretta e indiretta e il controllo delle attività economiche”. Dalle indagini sarebbero infatti emerse attività estorsive, soprattutto nei confronti di imprenditori agricoli ed edili.
Questi i nomi dei 13 arrestati. In carcere Francesco Domingo, 64 anni; Rosario Antonino Di Stefano, 51 anni; Camillo Domingo, 63 anni; Daniele La Sala, 40 anni; Salvatore Mercadante, 35 anni; Maurizio Gaspare Mulè, 54 anni; Antonino Sabella, 63 anni; Francesco Sabile, 61 anni; Carlo Valenti, 42 anni; Francesco Virga, 50 anni.
Ai domiciliari sono finiti Diego Angileri, 83 anni; Felice Buccellato, 79 anni; Sebastiano Stabile, 73 anni. Il provvedimento era diretto anche nei confronti di Benedetto Sottile, che però è deceduto nel 2018 a 70 anni.

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