Airc, 60 milioni di euro grazie al 5×1000

La fondazione per la ricerca sul cancro investirà i soldi su 293 nuovi progetti e sul consolidamento di 9 programmi speciali

ROMA – Sessanta milioni di euro: è questo il finanziamento frutto della fiducia degli italiani e delle firme del 5×1000 alla Fondazione Airc, e grazie al quale la ricerca sul cancro non si ferma. Rafforzato dunque l’impegno di Airc, che investe su 293 nuovi progetti e sul consolidamento di 9 programmi speciali per lo studio delle metastasi. Questa “straordinaria iniezione di investimenti – spiega Airc – contribuisce a sostenere il lavoro di 5.300 ricercatori su tutto il territorio nazionale”. Più in dettaglio, 40 milioni di euro sono destinati a 293 nuovi progetti di ricerca e 20 milioni di euro a dare continuità a 9 programmi speciali per lo studio della malattia metastatica, causa di morte del 90% circa dei casi di cancro.
“Questa straordinaria concentrazione di risorse, possibile grazie ai tantissimi cittadini che hanno scelto di rinnovarci la propria fiducia attraverso il 5×1000, ci consente di continuare a premiare la ricerca d’eccellenza – afferma Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di Fondazione Airc -. Ai nove programmi speciali che si concentrano sullo studio della malattia metastatica, il grande nemico dei nostri tempi, si affiancano circa 300 progetti che ci consentono di sostenere in maniera capillare la ricerca oncologica su tutto il territorio nazionale, contribuendo a incrementare le conoscenze disponibili per individuare cure sempre più mirate per tutti i tipi di cancro”.
I programmi di ricerca sostenuti da Airc vengono selezionati con il metodo di peer review da un gruppo di esperti internazionali e prevedono valutazioni intermedie a tre e cinque anni per garantire ai donatori la massima efficacia dell’investimento. In particolare uno dei criteri chiave per i programmi speciali è la traslazionalità, ovvero la possibilità di tradurre rapidamente le scoperte della ricerca di base in strumenti utili alla clinica e ai pazienti, in un vero dialogo fra ricercatori di laboratorio e medici, affinché ciò che viene investigato dai primi risponda ai bisogni concreti dei secondi.

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