A Librino il regno dell’abusivismo

Catania. Un minorenne gestiva attività di autoricambi, un negozio di tatuaggi e un parrucchiere in una casa affittata in nero

CATANIA – Nuovi controlli della polizia di Catania nel quartiere Librino. In via Zia Lisa, è stato scoperto un ragazzo non ancora maggiorenne che gestiva un’attività abusiva di autoricambi usati. A fianco della rivendita, trovato anche un deposito di raccolta illegale di rifiuti speciali pericolosi.
Il ragazzo lavorava senza avere a disposizione sistemi di protezione individuale, nella sporcizia. È stata, inoltre, rilevata la presenza di un impianto elettrico non a norma, assenza di estintori e il rischio di caduta dall’alto di pesanti oggetti messi in vendita.
Gli agenti hanno convocato il padre, già con precedenti di polizia, il quale ha riferito che, vivendo nel quartiere di San Cristoforo noto per l’alta densità criminale, ha deciso di far lavorare con sé il figlio che riteneva sufficientemente maturo da lasciarlo da solo a gestire l’attività.
L’uomo, che tra l’altro percepisce sussidi statali e gestisce l’attività abusiva da 10 anni, paga anche in nero l’affitto della bottega e ha dichiarato di aver occupato abusivamente il deposito. Il minore è stato affidato alla madre, il padre è stato denunciato.
Un altro controllo è stato effettuato in via della Siepe, in un negozio di tatuaggi e un parrucchiere, entrambi abusivi, allestiti in un’abitazione affittata in nero dalla titolare. Il gestore eseguiva i tatuaggi senza rispettare le procedure igienico-sanitarie per prevenire il contagio di malattie infettive, non essendo stati trovati strumenti per la sterilizzazione delle attrezzature.
Per quanto riguarda l’attività di parrucchiere, il luogo era salubre e c’erano a disposizione dei clienti mascherine e disinfettanti legati all’emergenza Covid-19. La titolare delle attività abusive appartiene, peraltro, a un nucleo familiare che percepisce il reddito di cittadinanza. Alle sue dipendenze aveva anche una lavoratrice in nero di 18 anni, alla quale dava la misera somma di 40 euro a settimana, per un salario corrispondente a circa 1 euro l’ora.
Durante i controlli di polizia sono state anche ritirate 3 patenti di guida a soggetti sorpresi mentre si trovavano a bordo di un’auto in possesso di crack e cocaina.

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