Chef ucciso, arrestato un carabiniere: “E’ stato un delitto passionale”

Il militare è accusato della misteriosa morte del cuoco modicano Peppe Lucifora: la svolta nelle indagini dagli esami del Dna

RAGUSA – C’è un presunto colpevole per l’omicidio del cuoco di Modica, Peppe Lucifora, 57 anni, morto in circostanze misteriose, chiuso a chiave in una stanza della sua abitazione a Modica, il 10 novembre del 2019.
I carabinieri hanno arrestato il loro collega Davide Corallo, 39enne residente a Giarratana (Ragusa), ma in servizio a Buccheri, nel Siracusano. Era tra i sospettati ed era stato anche sentito sul caso. “I motivi del gesto sono da ricondurre a verosimile movente passionale”, dicono gli investigatori. Corallo è stato dichiarato “temporaneamente non idoneo al servizio militare incondizionato”
A determinare la svolta nelle indagini sono stati i risultati delle tracce di Dna raccolte dai Ris dei carabinieri di Messina all’interno della stanza dove è stato trovato ucciso il cuoco di Modica.
L’indagato durante il lungo interrogatorio al quale era stato sottoposto tra il 13 e il 14 febbraio scorso aveva sempre escluso la sua presenza nel luogo dell’omicidio il giorno dell’uccisione di Lucifora, sostenendo invece di averlo incontrato nei giorni antecedenti.
Ma il riscontro scientifico dell’esame autoptico e degli esami tossicologici rinvenuti nella stanza di Lucifora avrebbero fornito elementi utili per ricondurre, secondo l’accusa, la presenza del carabiniere in quella abitazione nell’arco di tempo in cui il delitto è stato consumato.
Secondo i risultati dell’autopsia, qualcuno aveva colpito Lucifora con violenza tanto da fargli perdere i sensi e lo aveva soffocato strangolandolo con la mano destra. Lucifora venne trovato parzialmente svestito.

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