Nuova Iside, il giallo della petroliera

Sequestrata la scatola nera della nave Vulcanello che era sulla stessa rotta dell'imbarcazione affondata a San Vito Lo Capo

Proseguono le indagini della procura di Palermo sulla tragedia del peschereccio Nuova Iside, affondato nella notte tra il 12 e il 13 maggio nelle acque tra San Vito Lo Capo e Ustica. L’inchiesta della procura di Palermo, coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico e delegata alla guardia costiera, si sta concentrando sulla nave Vulcanello, una petroliera battente bandiera italiana.
La scatola nera della nave è stata sequestrata, anche se al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati. I tecnici incaricati dalla Procura, in questi giorni, stanno lavorando per estrarre le informazioni.
A bordo della Nuova Iside c’erano Matteo Lo Iacono, il figlio Vito e il cugino Giuseppe. Il corpo di Vito, 27 anni, e l’imbarcazione non sono stati ancora recuperati. Le ricerche di Marina e Guardia costiera continuano anche grazie a mezzi subacquei della Marina Militare.
Gli stessi strumenti utilizzati quando è stato necessario recuperare il relitto dell’aereo ammarato al largo di Capo Gallo il 6 agosto del 2005. Secondo le prime indagini pare che nella rotta del peschereccio ci fosse anche la Vulcanello.
La nave era in navigazione a circa 10 miglia da San Vito Lo Capo, intorno alle 23 del 12 maggio, mezz’ora dopo l’ultimo segnale lasciato da uno smartphone di uno dei componenti dell’equipaggio e prima dell’orario in cui il blue box dell’imbarcazione – il sistema che ogni due ore invia la posizione alle autorità – non si è attivato come previsto. La società armatrice Augustadue, del gruppo Mednav, avrebbe confermato che la petroliera si trovava in zona.

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