Sicilia, passi avanti verso ulteriori aperture. Regioni: “Anticipare via libera a lunedì 11”

Nuova ordinanza in arrivo. Musumeci chiede ok per parrucchieri e negozi al dettaglio. I governatori spingono dopo conferenza con Boccia: "Cronoprogramma per attività ancora chiuse"

Dopo i segnali giunti dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, mostratosi possibilista su riaperture basate sulle differenziazioni territoriali a partire dal 18 maggio, la Sicilia sembra più vicina a un allentamento delle restrizioni nella Fase 2.
Il ministro, nella videoconferenza odierna con i governatori, ha ribadito che dall’11 maggio partirà l’esame dei dati del monitoraggio del ministero della Salute sul contagio da Covid-19 e in base a quelli dal 18 maggio saranno possibili differenziazioni regionali nelle riaperture, anche in base alle linee guida dell’Inail.
Lo stesso governatore Musumeci ha confermato l’orientamento generale nel corso della conferenza stampa tenuta stamane on line con l’assessore Scavone a proposito dei ritardi nell’erogazione della cassa integrazione.
“La festa non è ancora cominciata – ha sottolineato il presidente della Regione – ho visto troppe persone che vanno in giro senza mascherina. Conviviamo con il virus. In arrivo c’è un’altra ordinanza per la metà di maggio. Abbiamo chiesto di riaprire parrucchieri per uomo e donna e crediamo possano aprire anche i negozi al dettaglio. Nelle giuste modalità possono riaprire tante altre attività. Sono convinto che mantenendo il senso di responsabilità credo che potremmo piano piano allargare le maglie”.
Le Regioni chiedono che dal prossimo 11 maggio “possano procedere ad anticipare la riapertura dei settori del Commercio al dettaglio fermo restando la necessaria sottoscrizione dei relativi protocolli di sicurezza con le parti sociali a tutela dei lavoratori”. La richiesta è contenuta nell’ordine del giorno approvato dalla Conferenza delle Regioni e consegnato oggi al Governo.
“Si sta assistendo positivamente in questi giorni alla ripresa graduale delle attività produttive che in forza di precedenti decreti avevano sospeso le attività”. Ma “Il Dpcm 26 aprile 2020 nonostante le prime indicazioni per la riapertura non ha previsto un cronoprogramma relativamente alle numerose attività ancora sospese o chiuse”.
Secondo le Regioni c’è “il rischio” che “una sospensione prolungata delle attività economiche non contemplate nel decreto mette fortemente a rischio la sopravvivenza di migliaia di attività economiche, determinanti per le diverse economie regionali e per la tenuta del tessuto sociale del Paese”.
Tutto ciò nonostante i dati epidemiologici – si legge ancora nel documento delle Regioni – siano “in costante diminuzione in tutto il territorio nazionale ed è stato attivato un sistema di monitoraggio da parte del Ministero della Salute per verificare eventuali recrudescenze dell’epidemia e monitorare il rischio contagio” e “il livello di saturazione delle strutture ospedaliere è in costante diminuzione” ed è in corso “anche col sostegno del Governo attraverso ulteriori ed imminenti provvedimenti, il potenziamento strutturale della rete sanitaria”.
Per la ripresa dell’economia in sofferenza per l’emergenza Covid-19, la Sicilia in particolare ha chiesto alla Conferenza Stato-Regioni di “prevedere la modifica normativa in materia di appalti sul modello Genova, con la massima semplificazione delle procedure” e “un ulteriore semplificazione delle disposizioni per l’accesso al credito, in questo momento irrigidito da farraginose procedure, e all’anticipazione alla cassa integrazione in deroga”. Altra misura che per il governo Musumeci deve essere inserita nel Def è “l’estensione e lo snellimento delle possibilità di compensazione dei crediti verso la pubblica amministrazione e dei tempi di pagamento”.

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