Pratiche Cig: bonus per evaderle in fretta, mistero su accordo Regione-dipendenti

Ritardi in Sicilia: i lavoratori avrebbero chiesto 10 euro a istanza, come prova un pizzino. M5s, Lega e De Luca: "Vergognoso". Il ministro Dadone: "Attivati gli ispettori"

PALERMO – E’ mistero sull’accordo tra Regione e alcuni sindacati dei dipendenti per l’assegnazione di 10 euro, ridotti a otto nel giro di qualche settimana, a 140 dipendenti dell’assessorato Lavoro per incentivarli a evadere più pratiche possibili con lo scopo di velocizzare la trasmissione all’Inps dei decreti per la cassa integrazione in deroga attesa da 37 mila aziende per 130 mila lavoratori in Sicilia.
Con lo scopo di convolgerne altri 100, per ora in smart working. Al momento esiste un “pizzino” sottoscritto ieri nel corso di una riunione al Dipartimento Lavoro. Nel foglietto c’è scritto a penna che si tratta di una ipotesi di accordo.
In calce ci sono le firme dei segretari dei sindacati Siad, Cisl-Fp, Sadirs, Fp-Cgil e Uil-Fpl: non ci sono quelle di Ugl e Cobas/Codir che non hanno partecipato all’incontro perché avevano chiesto un rinvio per approfondire il tema, ma soprattutto contestavano la decisione del dirigente di fare la riunione in sede e non in video-conferenza per l’emergenza Covid-19.
Sul ‘foglietto c’è anche la firma di Giovanni Vindigni, direttore generale del Dipartimento lavoro. Si legge: ‘progetto eliminazione arretrato pratiche Cigd”. E a seguire: pratiche n. 30.000, costo a pratica a prescindere dalla categoria 300.000, 00″.
La bozza prevede 10 euro per ogni pratica in più evasa dal dipendente regionale rispetto al budget di istanze assegnate per il periodo 4-10 maggio; 9 euro dall’1 al 15 giugno e 8 euro dal 16 al 30 giugno. Ma Cobas/Codir e Ugl mettono in dubbio l’intesa. Anzi. “Abbiamo appreso informalmente dalla direzione Lavoro che non si è sottoscritto alcun accordo”, sostengono. E fanno sapere di attendere “il verbale relativo alla riunione”.
La bozza riguarderebbe dunque una platea molto ristretta dei 12 mila regionali. Inoltre, i 300 mila euro sono rappresentano un “bonus: la somma infatti verrebbe recuperata dal fondo per il salario accessorio dei regionali, che ammonta a circa 30 milioni di euro. Soldi che già spettano ai regionali.
“C’è un limite alla decenza e alla vergogna – dicono il segretario della Lega in Sicilia Stefano Candiani e il parlamentare Nino Minardo -. Siamo in una Terra, la Sicilia, che non deve e non può morire per mano del potere della burocrazia e per i capricci di chi cerca altri soldi per fare il proprio dovere, lautamente pagato”.
Per i deputati M5s all’Ars “chiedere un bonus aggiuntivo di 10 euro per ogni pratica di cassa integrazione analizzata è vergognoso, sembra quasi una speculazione, se pensiamo a quei siciliani che in questo difficilissimo momento storico non sanno come fare la spesa”.
Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, parla di “porcheria dei sindacati”. “È una schifezza che coinvolge sia le Istituzioni che i sindacati – aggiunge -. Le istituzioni perché non rinunciano alla mala burocrazia che sta uccidendo i siciliani, i sindacati perché ci marciano contribuendo ad alimentare il sistema con porcherie come il pizzo per la cassa integrazione”.
In serata è giunto l’intervento del ministro il ministro per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone: “Siamo in un momento delicatissimo per tutto il Paese e mi lascia attonita apprendere della richiesta di ulteriori bonus retributivi da parte dei sindacati dei dipendenti della Regione siciliana per lo sblocco delle pratiche sulla cassa integrazione in deroga”.
“Soltanto nell’isola – scrive Dadone su Facebook – circa 130mila persone attendono l’erogazione di una così importante misura messa in campo dal governo. La pubblica amministrazione in queste settimane, come ho più volte detto, deve essere motore della ripartenza del Paese. E non può permettersi di avanzare col “freno a mano tirato’. Ho attivato quindi l’Ispettorato del Dipartimento Funzione Pubblica per avere chiarimenti in merito alla vicenda”

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