Viadotto pericoloso, sequestro sulla A20

Chiuso un tratto della Messina-Palermo, indagati sei funzionari del Cas. L'assessore Falcone: "Nessuna inadempienza"

MESSINA – La polizia stradale di S. Agata Militello (Me) ha eseguito il sequestro preventivo disposto dal gip di Patti, su richiesta della Procura, di una parte del viadotto autostradale denominato Buzza, carreggiata con direzione Messina-Palermo, compresa tra il km 119+620 e il km 120+840 della autostrada A20 Messina-Palermo, gestita dal Consorzio Autostrade Siciliane, nel territorio del comune di Caronia. Il viadotto è pericoloso e vanno svolti dei lavori.
Il decreto di sequestro preventivo, in particolare, ha interessato il viadotto autostradale lato mare, su cui poggia la carreggiata autostradale con direzione Messina-Palermo; rimane invece aperto al traffico il viadotto parallelo su cui poggia la carreggiata autostradale con direzione inversa Palermo-Messina, sulla quale si svolge attualmente tutta la circolazione veicolare, con doppio senso di marcia.
Sono iscritti nel registro degli indagati per omissione di atti d’ufficio sei funzionari del Cas: si tratta dei direttori generali dell’ente e dei responsabili delle singole aree autostradali, succedutisi negli anni, i quali non avrebbero provveduto alla manutenzione ed al ripristino a regola d’arte della struttura, omettendo di effettuare i lavori necessari per rimuovere le relative, potenziali situazioni di pericolo.
Le indagini sono state avviate a seguito della comunicazione di un utente della strada, il quale aveva segnalato una situazione di pericolo e di potenziale dissesto sul viadotto.
“Non abbiamo registrato alcuna inadempienza anzi, al contrario, sul viadotto Buzza vi è stata massima attenzione, da parte del Cas, sin dal dicembre 2018. Già da quella data, verificato lo spostamento dell’impalcato rispetto al pilone, la sede stradale è stata chiusa al traffico, spostando la viabilità sulla carreggiata a monte – ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone -. Da quel momento il Cas ha dato impulso a un’incessante attività di monitoraggio dell’infrastruttura autostradale incaricando a tal proposito uno dei più qualificati strutturalisti di Sicilia, il prof. Antonino Recupero”.
“In questi mesi abbiamo dunque potuto verificare dilatazioni e restringimenti della struttura, per stabilire così il miglior intervento progettuale da attuare. Voglio precisare, comunque, che nessun pericolo hanno corso finora gli utenti dell’autostrada proprio perché, sin dalle prime avvisaglie, i dirigenti del Cas hanno ritenuto opportunamente di chiudere il viadotto”.

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