Serie C: Sos di Ghirelli

Il presidente della Lega Pro: "Aiuti dal governo e dalla Fifa, altrimenti la riforma dei campionati si farà per naturale estinzione"

ROMA – Il sogno è quello di “tornare a giocare anche domani”. Ma la scala delle priorità oggi dovrebbe dettare al calcio tempi e modi diversi. Il campionato di Serie C deve fare i conti con i costi del lockdown e con una sostenibilità del sistema che rischia di collassare se non arriveranno gli aiuti dall’alto, governo e Figc tramite un salvagente della Fifa.
Francesco Ghirelli ha altre preoccupazioni che non quella di ripartire il prima possibile. “Bisogna tenere conto del dolore e dell’estrema difficoltà del Paese – spiega all’Ansa il presidente della Lega Pro, intervenendo così sul dibattito del ritorno in campo del calcio – e ragionare con una prospettiva diversa”.
Dal campionato dei Comuni come spesso si è sentito parlare della Serie C, sarebbero diverse le esigenze da assolvere. Per usare una metafora: “Non è che io non voglia ricominciare – spiega Ghirelli – ma il treno ripartirebbe a una tale velocità che il mio vagone si stacca. Noi abbiamo un problema di struttura medica, un problema di avere più Italie. Se a Crema, Bergamo, alla Pergolettese, alla Feralpi Salò, all’Albinoleffe, io gli vado a dire che oggi si ricomincia che figura ci faccio? Abbiamo una situazione diversissima, anche per strutture, centri sportivi, strutture sanitarie. C’è un problema di costi, se ogni quattro giorni bisogna fare i controlli, le analisi. E i trasporti? Dove vanno a dormire i giocatori? Un aereo può essere sicuro ma a condizione che abbia un carico al 30%. Quanto costa?”.
Un problema economico, ma anche etico e morale: “Noi abbiamo messo sempre la salute al primo posto. Non dobbiamo commettere l’errore di staccarci dalla società. La gente oggi risponde che il calcio è in fondo alla scala delle sue esigenze”.
In vista della riunione di domani con il Comitato medico-scientifico della Figc, Ghirelli precisa: “Il nostro campionato ha delle specificità, ci sono piazze che sono nei comuni più colpiti dal Coronavirus e ci sono dei costi che vanno sostenuti. I virologi dovranno certificare la procedura e questa avrà un aspetto primario, morale ed etico. Loro dicano, io obbedisco: la salute al primo posto”.
Dopo aver conseguito un importante accordo con i sindacati (Aic e Aiac) per un taglio “responsabile” degli stipendi, ora Ghirelli si dice preoccupato anche del ‘come’ giocare eventualmente nella fase 2: “Dal punto di vista medico, bisogna evitare che nuovi casi di infetti tra i giocatori, quindi che ci siano farmaci che li isolino per evitare nuovi focolai”. E anche su questo fronte “vedere cosa comporta dal punto di vista dei costi”.
Uno stop prolungato tuttavia comporterebbe comunque dei sacrifici che non tutti i club di Serie C riuscirebbero a sostenere senza aiuto: “Il Governo faccia i decreti al più presto con gli ammortizzatori sociali. Con un allungamento del campionato in avanti si può supplire con un salvagente della Fifa. Altrimenti la riforma dei campionati si farà per naturale estinzione”.

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