“Forse entro aprile potremo uscire”

Il viceministro alla Salute: "Presto per dirlo, serviranno tutte le precauzioni". Studio conferma l'importanza delle mascherine: "Ma sono assenti in quasi la metà delle farmacie o rincarate pure del 1.200%"

ROMA – “Tra qualche settimana forse sarà possibile cominciare a uscire, con precauzioni, intendo con le mascherine, forse prima dell’inizio di maggio”. Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha risposto così sui ‘tempi del ritorno alla normalità’ durante il programma Centocittà su Rai Radio1.
“Un progressivo ritorno alla normalità è auspicabile, ma è presto per dirlo – ha aggiunto -; e poi bisogna stare attenti agli eventuali focolai, perché il virus rimane nella nostra società e fino a che è tra di noi qualcuno può essere contagiato”.
MASCHERINE ASSENTI O RINCARATE. Sulle mascherine arriva un’indagine che rivela speculazioni sui prezzi e difficoltà di approvvigionamento. Nel 43% delle farmacie contattate in otto città italiane non sono disponibili. Anche a Milano, dove la Regione Lombardia ne ha imposto l’utilizzo, ne è sprovvista quasi una farmacia su due.
L’indagine è stata condotta da Altroconsumo, che ha rilevato anche una media sui prezzi: 2 euro in media per una mascherina chirurgica, con differenze fino al 1.200%. La ricerca è stata effettuata su 122 farmacie e parafarmacie contattate ai primi di aprile a Bari, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Palermo e Roma. “L’indagine – spiega Altroconsumo – ha confermato però l’esperienza di molti di noi e cioè che la fornitura di questi prodotti è ancora ben lontana dall’essere capillare e la situazione sul territorio non è omogenea”.
In una farmacia di Napoli una mascherina definita “chirurgica” viene venduta a 6 euro e 50 centesimi al pezzo, ben il 1200% in più rispetto ai 50 centesimi del minimo venduto a Milano. In media, una mascherina chirurgica è venduta a circa 2 euro al pezzo, una FPP2 a quasi 10 euro e una FPP3 (trovata in un solo punto vendita) a 35 euro. A Roma il 76,2% delle farmacie contattate non aveva le mascherine, a Palermo il 70%, a Bologna il 50%, a Milano il 42,5%, a Firenze il 35%, a Bari il 30%, a Napoli il 25% non le aveva. A Padova, invece, tutte le farmacie contattate ne avevano disponibili.
CONFERMATO: LE MASCHERINE FRENANO IL VIRUS. Un ulteriore studio peraltro conferma che le mascherine chirurgiche possono effettivamente impedire la trasmissione dei coronavirus e virus influenzali, che viaggiano attraverso le goccioline di respiro, di tosse e starnuti di persone con sintomi. L’analisi è stata pubblicata sulla rivista Nature dei ricercatori dell’università di Hong Kong, guidati da Nancy Leung e Benjamin Cowling.
Nel loro lavoro hanno studiato 246 malati contagiati da coronavirus umani (come quelli che causano Sars, Mers e alcuni con la stessa grandezza del Covid-19) con e senza mascherina indosso. In questo modo i ricercatori hanno rilevato le particelle dell’Rna del coronavirus sia nel 30% dei campioni delle goccioline più grosse (o droplet) di tosse e starnuti che nel 40% di quelle più fini del respiro dei volontari che non indossavano le mascherine.
Non sono state trovate invece tracce del virus in chi indossava la mascherina. Lo stesso si è visto anche per il virus influenzale. “Questo studio dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che le mascherine chirurgiche danno un buon contributo nel frenare i coronavirus e i virus influenzali. Danno un risultato eccellente se indossate correttamente”, sottolinea Carlo Federico Perno, virologo dell’università Statale di Milano.

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