“E’ ridicolo, al mio Comune 50 mascherine”

di Tonino Demana. Il sindaco di Castell'Umberto accusa: "Non bastano neanche per i vigili urbani e siamo costretti ad arrangiarci da soli"

CASTELL’UMBERTO (MESSINA) – “Mi sono ritrovato sulla scrivania un elegante pacchettino da gioielleria, ho subito firmato la ricevuta e non credevo ai miei occhi. Erano le famose mascherine che aspettavamo. Sapete quante? Cinquemila? No. Cinquecento? No. Cinquanta, sì. Avete letto bene. Tutto questo è ridicolo”: è lo sfogo-social del sindaco di Castell’Umberto, Vincenzo Lionetto Civa, che punta il dito contro la Protezione civile regionale.
“Il Comune di Castell’Umberto conta 3014 abitanti, le cinquanta mascherine protettive non bastano neanche per la polizia municipale o per chi si occupa dei nostri anziani e nel nostro paese sono tanti. Non ho neanche aperto la busta – prosegue il primo cittadino umbertino – prima possibile consegnerò il materiale ai vigili urbani, impiegati per servizi di emergenza, quali consegna alimenti e farmaci agli anziani della nostra comunità.
Siamo costretti ad arrangiarci, ormai siamo soli e se qualcuno di noi, magari va fuori le righe, viene denigrato. Non meritiamo tutto questo. Mancano le mascherine, i tamponi si fanno in ritardo ed i fondi per i comuni di montagna lasciano a desiderare. In questo scenario – conclude Lionetto Civa – sta venendo fuori la solidarietà delle nostre comunità, artigianalmente si realizzano anche le mascherine.
Da un quadro riepilogativo in nostro possesso a Castell’Umberto ci sono 800 persone definite a rischio, ultrasettantenni, malati cronici, immunodepressi, cosa devo fare? Faccio una graduatoria o un sorteggio?

Ed eccola una delle cinquanta mascherine arrivate al Comune di Castell’Umberto. “Impossibile indossarla – ha scritto sui social il sindaco Lionetto Civa – praticamente è la stessa che il presidente Musumeci aveva strappato in diretta televisiva. Erano arrivate da Roma, le hanno piazzate ai paesi.  Riusciremo a farcela ugualmente, forza e coraggio…”

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