“Se arriviamo a zero contagi a maggio chiederò di riaprire la Sicilia”

Musumeci manderà una lettera Conte: "Possiamo giocarci una bella partita col turismo, faremo proposta di modifiche". Armao: "Un mese di blocco ci costa 2,8 miliardi di euro" AUDIO


“Se arriviamo entro il mese di maggio a zero contagi noi chiederemo al governo nazionale di riaprire la Sicilia”. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha manifestato le sue intenzioni partecipando a Cento Città su Radio Uno.
Il governatore sta definendo una lettera con la quale chiederà al premier Conte “di consentire il riavvio di alcune attività in considerazione del minor numero di contagi”, come ha riferito l’assessore alle Attività produttive della Sicilia, Mimmo Turano, che su indicazione di Musumeci ha sentito in videoconferenza le associazioni di categoria dell’industria, del commercio e dell’artigianato.
“La situazione è insostenibile – dice Turano -. Ho chiesto alle associazioni in tempi strettissimi un documento che indichi non solo le criticità del Dpcm ma anche dei percorsi possibili di ripartenza ispirati al principio della gradualità e del recepimento delle fondamentali misure di sicurezza e di distanziamento sociale”.
Sul numero dei contagi contenuto nell’Isola Musumeci sottolinea che “vogliamo capitalizzare questo risultato che è frutto di un gioco di squadra con una programmazione sana e improntata sulla chiusura”.
“Pensiamo che la Sicilia – ha aggiunto il governatore – possa giocarsi una bella partita nel settore del turismo: questo tasso assolutamente basso del contagio può consentire una certa sicurezza almeno per un turismo locale che muove comunque alcuni milioni di persone. Stiamo consentendo agli stabilimenti di fare la manutenzione e regaliamo alcune notti in albergo e visite guidate”.
Musumeci domani si è dato appuntamento, in videoconferenza, con i colleghi governatori di centrodestra. L’obiettivo, spiega, è “giungere a una proposta ampia e convergente per invitare il presidente Conte a modificare le preannunciate disposizioni della Fase 2”. “Le misure annunciate per il 4 maggio – prosegue – lasciano scontenti tutti: settentrionali e meridionali, chi per l’apertura e chi per la chiusura e si muovono poi in evidente contraddizione. In Sicilia non abbiamo grandi fabbriche, ma una diffusa presenza di piccole e medie imprese nel commercio, nel turismo, nell’artigianato e nei servizi. Metterle in condizioni di lavorare, nel rispetto assoluto delle norme di sicurezza, è un dovere del governo nazionale. Se proprio non vuole farlo, autorizzi le Regioni ad adottare le misure che risultino compatibili con la situazione epidemica locale”.
In Sicilia, secondo lo studio dell’assessorato regionale all’Economia, il blocco delle attività produttive ha interessato il 43% delle unità locali e genera, per ogni mese di blocco, una riduzione di fatturato pari a oltre 2,8 miliardi di euro. Questo quanto scritto dall’assessore Gaetano Armao nella relazione consegnata alla Camera e al Senato per l’audizione della Regione siciliana sul Documento di economia e finanza 2020.
Sul piano della finanza pubblica regionale le analisi di Fitch-Ratings 2020-2024 evidenziano, quale effetto diretto della forte contrazione economica, “un repentino abbassamento delle entrate erariali che giunge già nel 2021 a circa un miliardo di euro, con un pregnante effetto sugli equilibri di bilancio se non sostenuti da una modifica del meccanismo di compartecipazione sulle entrate ed una decisa riduzione del concorso alla finanza pubblica”, si legge ancora nella relazione del vicepresidente della Regione.
“Occorre quindi inserire nel Def 2020 decise ed imprescindibili misure di immissione di liquidità diretta, in particolare per le imprese del Sud, mediante contribuzioni a fondo perduto quale condizione necessaria, anche se non sufficiente – scrive ancora Armao – per recuperare la prospettiva di una crescita possibile e soprattutto non socialmente distruttiva. Anche per la Regione siciliana vi è una priorità di salvaguardia degli equilibri di bilancio. Va quindi considerato quanto tale sospensione possa incidere sul contributo al risanamento della finanza pubblica richiesto alla Regione siciliana nell’ambito della competenza esclusiva dello Stato al coordinamento della finanza pubblica”.

scroll to top