I sexy toys vanno a ruba

Tutti a casa per il coronavirus, c'è anche chi fa scorta di condom

ROMA – Il lockdown per il coronavirus sta avendo effetti devastanti per l’economia. Ma c’è anche qualcuno a cui sta andando decisamente bene: i produttori e i rivenditori di sex toys, che stanno facendo ottimi affari. In regime di quarantena cambiano infatti le regole sia per le coppie sia per i single che, costretti all’isolamento, sembrano ricorrere in massa ai già popolari giocattoli erotici.
Ann Summers, catena britannica di lingerie sexy e accessori, ha registrato la scorsa settimana un boom nelle vendite del 27% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, scrive per esempio il Financial Times.
Il suo bestseller? Un vibratore particolarmente silenzioso: “I clienti stanno attribuendo sempre più importanza al fattore rumore, considerato che in casa c’è la famiglia al completo”, spiega l’azienda. A Berlino Dildo King, rivenditore di accessori dello stesso genere, riferisce sempre al Financial Times di un incremento pazzesco nelle vendite dell’87% dal momento delle restrizioni.
“A noi le cose stanno andando benissimo, ma non faccio certo i salti di gioia – ha detto il managing director Raiko Sporck -. La gente sta morendo e nessuno è felice”. Axel-Juerg Potempa, esperto tedesco in salute sessuale che prevede un boom di nascite per Natale, spiega così le dinamiche in queste settimane: “La crisi crea nuovi e ulteriori legami” e la paura per molti scatena un flusso di adrenalina con una conseguente “scarica di dopamina”, che “aumenta il desiderio e la libido”, ha detto al Berliner Kurier. Sul boom di nascite però ci sono pareri contrastanti. Non accadrà secondo Kenneth Johnson, professore di sociologia e demografia all’Università del New Hampshire, citato dalla Cnn: “Non è il tipo di situazione in cui la gente dice ‘hey, mettiamo al mondo un bambino'”.
La penserà così chi in questi giorni ha fatto scorta di profilattici? Ritex, la maggiore azienda produttrice di condom in Germania, ha visto le vendite duplicarsi in marzo. Secondo il suo managing director Robert Richter, ciò è dovuto in parte all’acquisto ‘da panico’ (come per la carta igienica).
Un’eventuale penuria di profilattici però sarebbe un’altra minaccia alla sanità pubblica su scala mondiale, come spiegano alla Karex, l’azienda che produce uno su cinque condom globalmente, che ha dovuto chiudere le sue fabbriche in Malaysia il mese scorso per 10 giorni e che fornisce organizzazioni internazionali e agenzie dell’Onu impegnate nella lotta all’Hiv.
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