Si aprono i varchi sullo Stretto

Dopo oltre 72 ore di fermo, da Roma è arrivata l'autorizzazione per l'imbarco di un centinaio di persone bloccate perché prive di un motivo valido per spostarsi. In 20 vanno a Pozzallo

E’ tornata la calma agli imbarcaderi verso la Sicilia, a Villa San Giovanni. Dopo oltre 72 ore di fermo, nella notte da Roma è arrivata l’autorizzazione per l’imbarco di un centinaio di persone rimaste bloccate perché prive di un motivo valido per spostarsi e per il blocco agli sbarchi dal Continente disposto dal presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.
Nei due piazzali di stoccaggio degli autoveicoli si erano accumulate centinaia di auto e Tir. Dopo un primo parziale sblocco nella serata di martedì, è arrivata l’apertura dei varchi che ha consentito a tutti di oltrepassare lo Stretto e raggiungere la Sicilia.
Prima della loro partenza, tutte le persone bloccate, sono state identificate, registrate e invitate, una volta giunte nei luoghi di residenza a sottoporsi a quarantena volontaria. Non è escluso che nei loro confronti vengano comminate le sanzioni previste dai diversi decreti emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
IN 20 A POZZALLO. Una ventina di lavoratori originari di Pozzallo, fermo da 72 ore a Villa San Giovanni, fanno parte del gruppo che è riuscito a traghettare per la Sicilia dopo il via libera del ministero dell’Interno. Sono in gran parte lavoratori giornalieri nei cantieri navali liguri e francesi che hanno già raggiunto il paese ragusano. Rimasti senza lavoro per la chiusura delle attività stagionali avevano deciso di mettersi in viaggio tre giorni fa per tornare a casa, ma sono rimasti bloccati agli imbarcaderi. Il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna aveva fatto appello alle autorità affinché si sbloccasse l’empasse e i propri concittadini tornassero a casa con l’impegno che sarà la polizia locale a vigilare sulla loro quarantena.
FALCOMATA’: “REGIONI NON HANNO DIALOGATO”. “E’ la fine di una storia paradossale, assurda, incredibile. Adesso, più che mai, serve l’organizzazione che fino adesso è mancata. E’ ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità perché non è finita qui. Questa situazione incresciosa, infatti, non si sarebbe creata se le Regioni avessero dialogato fra loro piuttosto che far venir meno quella sinergia istituzionale che è sempre fondamentale”, afferma, in una nota, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
“A conferma di quanto dico – prosegue Falcomatà – c’è una testimonianza concreta: l’aver sollecitato l’intervento, risultato decisivo, dei ministri Lamorgese, Boccia, De Micheli e del presidente dell’Anci Decaro, la cui sortita è servita a sbloccare una vicenda che ha davvero dell’inaudito. Oltre ad aver creato dei seri rischi per l’incolumità pubblica a Villa San Giovanni è venuta meno l’umanità che dovrebbe riempire la coscienza di ogni cittadino, ma ancor prima di qualsiasi amministratore pubblico. Abbiamo assistito a donne, bambini, anziani costretti a dormire all’addiaccio, spesso raccolti in 200 metri così da creare quegli assembramenti pericolosi che diventano fonte di contagio. Per due giorni, in questi luoghi, i cittadini hanno vissuto uno smarrimento ed un abbandono che, ai giorni nostri, è inconcepibile”.
“Lo stesso vale – sostiene ancora Falcomatà – per noi sindaci, l’ultimo anello di una catena complessa: siamo stati lasciati soli. Al Comune di Villa San Giovanni è stato riversato addosso un carico di difficoltà estremo, così come ai cittadini di Reggio Calabria è stata chiesta una dose di pazienza che, in casi come questi, va oltre ogni comprensibile sforzo e sacrificio. Per il bene delle comunità hanno prevalso il buon senso e l’applicazione corretta delle normative. E’ giusto che i cittadini siciliani bloccati sul continente paghino eventuali responsabilità secondo quanto prevede la norma, ma è altrettanto giusto che svolgano la quarantena nei loro luoghi di destinazione secondo quanto prevede la norma stessa”.
SANTELLI: “POLEMICA INUTILE”. Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, ha replicato a Falcomatà con una nota: “Sono sollevata: è importante che la vicenda di Villa San Giovanni si sia risolta con l’arrivo in Sicilia delle ultime persone che non erano riuscite a traghettare. È stata una situazione che poteva degenerare e che ha messo a dura prova la comunità e per questo ringrazio il sindaco di Villa San Giovanni e i cittadini per la pazienza e l’impegno. Si è arrivati alla soluzione grazie all’interessamento del ministro dell’interno Luciana Lamorgese e al lavoro silenzioso della Regione Calabria. Riteniamo che in questa circostanza la sobrietà e l’impegno senza clamore siano strumenti necessari”.
“Mi sorprende che il Sindaco di Reggio Calabria, che viste le numerose dichiarazioni mi era parso fosse a conoscenza della situazione, scopra che la Protezione Civile Nazionale ha offerto alloggio ai traghettanti. Nessuna autorizzazione, nessuna disponibilità è stata data dalla Regione Calabria affinché queste persone trascorressero la notte a Reggio. Mi spiace l’inutile polemica dal sindaco Falcomatà. Avrebbe potuto evitarla se solo si fosse premurato di tenersi in contatto costante con il prefetto di Reggio Calabria, come del resto ho fatto io negli scorsi giorni”.

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