De Luca occupa hotel della quarantena

"E una vergogna di Stato" VIDEO

Il ministro Lamorgese lo denuncia

Il sindaco di Messina: "Non andrò via sino a quando le persone all'interno saranno scortate alle proprie residenze per l'isolamento". Il Viminale lo segnala per vilipendio, lui replica: "Il mio era un grido di dolore" (VIDEO). Da lunedì traghettamenti su prenotazione


“Sono all’hotel Europa, in cui stazionano circa 100 persone, ferme da ieri. Rappresentano una parte di quelli che erano bloccati a Villa San Giovanni”. Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, resta in prima linea annunciando che “occuperà l’albergo” e ci resterà “fino a quando le persone all’interno saranno scortate alle relative residenze, dove osserveranno la quarantena”.
“Ieri notte qualcuno di loro è stato liberato dal Prefetto di Reggio Calabria – aggiunge il sindaco di Messina – noi, già ieri pomeriggio, avevamo dato parere favorevole per risolvere quella che chiamo una vergogna di Stato. Queste persone non dovevano arrivare sullo Stretto, dovevano essere fermate prima. Il governo la deve smettere di creare queste situazioni di grande imbarazzo, perché non siamo carne da macello. Adesso occupo io l’hotel”.
“Saranno contattati tutti i sindaci dei Comuni di destinazione – anticipa De Luca – ma io sarò l’ultimo ad uscire, in segno di protesta contro una burocrazia paradossale. Sono per il rispetto delle regole ma se le stesse creano imbarazzi, occorre provvedere. Tutta la vicenda è indecente, ci sono anche bambini di 8 mesi, con delicati profili sanitari e lo Stato che fa? Nulla. Occupo io l’hotel e vediamo chi viene a liberarmi. Ma prima dovranno farlo con questi disperati. Rischiamo di morire di mala burocrazia oltre che di Coronavirus”.
DE LUCA DENUNCIATO PER VILIPENDIO. Sono stati segnalati all’autorità giudiziaria i comportamenti tenuti dal sindaco di Messina “perché censurabili sotto il profilo della violazione dell’articolo 290 del Codice penale (Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate)”. La decisione, informa il Viminale, è stata assunta dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, “a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell’immagine per l’intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari”.
Proprio in una fase emergenziale in cui dovrebbe prevalere il senso di solidarietà e lo spirito di leale collaborazione – sottolinea il Viminale – le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo, ripetute per giorni davanti ai media da parte del primo cittadino di Messina all’indirizzo del ministero dell’Interno, appaiono inaccettabili, e quindi censurabili sotto il profilo penale, per il rispetto che è dovuto da tutti i cittadini – e a maggior ragione da chi riveste una funzione pubblica anche indossando la fascia tricolore – alle istituzioni repubblicane e ai suoi rappresentanti”.
La Procura di Messina, secondo quanto si è appreso, iscriverà nel registro degli indagati il sindaco della Città dello Stretto Cateno De Luca per il reato di vilipendio previsto dall’articolo 290 del codice penale. Si tratta di un atto dovuto vista la denuncia che il ministro dell’Interno ha trasmesso all’ufficio inquirente. Il reato punisce, con la multa da 1000 a 5000 euro, chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo o la Corte costituzionale o l’ordine giudiziario. Per questo genere di reati, perché si possa poi esercitare l’azione penale attraverso la richiesta di rinvio a giudizio o di emissione di decreto penale di condanna, è necessaria l’autorizzazione del ministro della Giustizia.
LA REPLICA: “CI VEDIAMO IN TRIBUNALE”. “Signor ministro io la denuncia me la prendo perché mi darà modo di difendermi nelle sedi opportune, lei faccia il suo mestiere, che io faccio il mio”. Così il sindaco di Messina, Cateno De Luca, in un video su Fb sulla denuncia per vilipendio del ministro Lamorgese.

“Le prove ci sono perché il 23 marzo sullo Stretto le forze dell’ordine hanno denunciato 10 persone su tre auto non in regola dopo che erano stati fatti i presunti controlli a Villa San Giovanni prima dell’imbarco. Se è un avvertimento per il sottoscritto – sostiene – guardi ne prendo atto, ma vado avanti. Non mi fermo, perché non è pensabile che chi sta sopra le nostre teste possa continuare a dileggiare i Comuni, i sindaci e la popolazione. Nel comunicato stampa che lei ha fatto il 23 marzo sera ha dichiarato il falso, e mi assumo la responsabilità anche di questo, dicendo che nello Stretto di Messina era tutto a posto, con 10 denunce e la fila di auto dalla mattina a Villa San Giovanni…”.
In serata un’altra nota per alleggerire la polemica: “Il ministro secondo me ha preso preso una posizione sbagliata sarei stato anche disponibile a chiedere scusa perché si deve comprendere che ci sono fasi quando le istituzioni spesso non ti difendono e addirittura ti accusano di essere un mistificatore mentre tu cerchi solo di difendere i cittadini, che non è facile accettare alcune situazioni”.
“Io l’ho fatto come grido di dolore – spiega il sindaco -, mi scuso per la forma, ma quello che si deve capire però è capire se ho ragione o meno. Signor ministro noi siamo in trincea, in questo momento l’interesse nostro è difendere la vita delle persone. Se vuole fare denunce lo faccia, ma eviti la pressione mediatica. I miei strafalcioni spesso sono evidenti, faccio anche delle cadute di stile ma ci metto sempre il cuore e l’anima per difendere i cittadini”.
DA LUNEDI’ TRAGHETTAMENTI SU PRENOTAZIONE. “Da lunedì mattina – ha spiegato De Luca – per passare lo stretto e sbarcare a Messina chi ha i requisiti dovrà prenotarsi attraverso una piattaforma. Abbiamo fatto un’ordinanza per l’attraversamento sullo Stretto, dopo un tavolo tecnico con i vettori e la Capitaneria, in questo modo più facilmente i pendolari potranno attraversare lo Stretto, mentre per gli altri, chi ha diritto secondo le norme, potrà arrivare dopo una prenotazione su questa piattaforma”. “Per i cittadini arrivati in precedenza – prosegue De Luca – e che si trovano in un hotel stiamo facendo il possibile per farli tornare nella loro casa e fare passare loro lì la quarantena”.

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