Da Pavia a Modica, morta 73enne

La donna era rientrata in Sicilia con due aerei e un taxi. Ragusa rimane la provincia siciliana con meno contagi

MODICA (RAGUSA) – È morta stanotte la donna di Modica arrivata da Pavia e ricoverata lunedì scorso in gravi condizioni all’ospedale Maggiore.
La 73enne partita da Pavia domenica scorsa aveva raggiunto la città ragusana volando da Milano a Catania con scalo a Roma e poi arrivata in taxi a casa sua. Le sue condizioni si sono aggravate immediatamente.
Sulla sua vicenda balzata alla cronaca dopo il video-messaggio su Fb del sindaco di Modica Ignazio Abbate che l’ha accusata di aver violato la quarantena, arriva anche la precisazione del direttore regionale degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera-Servizi assistenza sanitaria naviganti (Usmaf-Sasn), Claudio Pulvirenti: “All’arrivo all’aeroporto di Catania di domenica scorsa, la signora non presentava né linee di febbre, né ha riferito di stare male al personale dell’aeroporto addetto ai controlli sanitari”.
Anche i figli in risposta al sindaco Abbate hanno affermato che “la loro mamma non era affatto in quarantena a Pavia”. Per fare luce su questa vicenda intanto la Procura di Ragusa ha aperto un fascicolo.
Nel giro di 24 ore è la seconda morte per coronavirus in provincia di Ragusa. Ieri era morto un uomo di 71 anni, originario di Varese, ma residente a Marina di Ragusa. Eppure questa resta la provincia con meno positivi in Sicilia. Il bollettino giornaliero dell’Asp informa che a oggi sono 35, gli ultimi due sono stati ‘contagiati’ da due pazienti già positivi; mentre, sono 7 i ricoverati nella divisione di “malattie infettive”, anche se nelle prossime ore è atteso l’arrivo, nel medesimo reparto, di un ottavo paziente proveniente da un’altra provincia, in condizioni non gravi.
L’Asp di Ragusa intanto ha perfezionato una convenzione con la Clinica del Mediterraneo per la disponibilità di 52 posti letto qualora dovesse presentarsi la necessità di trasferire tempestivamente pazienti non affetti da Covid-19 per liberare i reparti e assistere le persone vittime dell’epidemia.

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