E dopo vivremo da sorvegliati speciali

Il virologo: "Aziende e scuole riapriranno non prima di maggio. E tutto dovrà riprendere con gradualità per evitare una seconda ondata"

ROMA – Quella che ci attende dopo la ripartenza del Paese sarà una vita da “sorvegliati speciali”. A spiegarlo è il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’Università di Milano. La nuova parola d’ordine per il prossimo futuro dovrà essere ‘gradualità’.
“Non possiamo pensare – afferma  – che la riapertura di attività e vita sociale avvenga da un giorno all’altro e come se nulla fosse cambiato. Credo che dovremo comunque mantenere alcune limitazioni. Per esempio ancora a lungo per gli eventi che determinano grandi assembramenti”.
Non solo, riaperte scuole e aziende “dovremo comunque continuare ad adottare misure di precauzione quali la distanza di sicurezza”. La vita che dovremo immaginare sarà appunto una vita da “sorvegliati speciali”: “‘Riapriremo’ il Paese, ma dovremo essere sempre in allerta per individuare immediatamente qualunque nuovo eventuale caso di coronavirus per procedere immediatamente a un intervento massiccio con l’isolamento del singolo caso e l’effettuazione di tamponi a tappeto su tutti i contatti”.
Questo perché il rischio di un’epidemia di ritorno “è presente e una grossa quota della popolazione, non contagiata resta suscettibile a una seconda ondata”.
Per la fine delle misure di isolamento sociale e per una riapertura di aziende e scuole “è ancora presto, realisticamente bisognerà aspettare almeno fine aprile”, sottolinea Pregliasco. Di fatto, afferma, “non ci sarà un unico picco di casi ma ci saranno presumibilmente vari picchi sul territorio, in tempi diversi. Dunque l’arma più efficace per ora restano l’isolamento e le misure restrittive”.
In pratica, spiega Pregliasco, “con le misure adottate abbiamo in un certo senso ottenuto l’effetto di ‘schiacciare’ la curva epidemica e quindi, per un certo periodo, avremo una situazione di andamento dei casi a plateau, cioè piatto”. Per ora, “c’è solo un rallentamento della crescita dei nuovi casi e bisognerà dunque attendere ancora per vedere una effettiva riduzione dei casi”.

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