Coronavirus, anche criminali in quarantena

Il crollo dei reati è del 64%, in aumento solo quelli on line e l'usura

ROMA – Il coronavirus tiene in quarantena anche i criminali. Dall’1 al 22 marzo i reati hanno subito infatti un crollo del 64% (quasi centomila in meno) rispetto all’analogo periodo del 2019. E calano anche le denunce per chi si sposta senza motivi validi (ieri sono state 5.800 contro le 11 mila sabato scorso).
Intanto, l’entrata in vigore del nuovo decreto che introduce una stretta nelle sanzioni, cambia ancora una volta – la quarta in pochi giorni – il modulo per l’autocertificazione. Per il capo della Polizia, Franco Gabrielli, le forze dell’ordine sono impegnate in una “battaglia” che ha l’obiettivo di “spezzare le catene del contagio, perseguendo i furbi”.
Tra gli italiani chiusi in casa, dunque, ci sono anche i malviventi, come evidenzia il report sulla delittuosità elaborato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza e pubblicato su sito del ministero dell’Interno.
Il calo di reati tra l’1 ed il 22 marzo (52.596 contro 146.762 nel 2019) è particolarmente netto per alcuni: sfruttamento della prostituzione (-77%), violenze sessuali (-69%), furti in genere (-67,4%), furti in abitazione (-72,5%), furti con destrezza (-75,8%), rapine in uffici postali (-73,7%). I maltrattamenti in famiglia fanno registrare una diminuzione inferiore rispetto ad altri reati (-43,6%). Anche i furti e le rapine alle farmacie denotano un decremento inferiore rispetto ad altri reati predatori (-13,8% e -24,6%).
Gli unici reati col segno più sono l’usura (+22,2%), i sequestri di persona a scopo estorsivo (+83,3%) e i sequestri di persona per motivi sessuali (+66,7%). Tra le regioni col maggiore calo della delittuosità ci sono Lombardia, Veneto, le prime ad aver adottato le misure limitative della libertà di circolazione. Tuttavia, la Lombardia è in testa per numero di delitti nel periodo 1-22 marzo 2020 (8.541), sebbene rispetto all’analogo periodo del 2019 (28.476) si segnali un calo del 70%.
Ci sono poi altri reati in controtendenza, quelli on line, come segnala la Polizia postale: dall’adescamento dei minori alle truffe al cyber crime, tutti favoriti dal lungo tempo passato in casa davanti a un computer. Le forze dell’ordine, comunque, sono tutt’altro che disoccupate. Dall’11 al 25 marzo hanno controllato ben 2,6 milioni di persone e 1,2 milioni di esercizi commerciali per verificare il rispetto delle prescrizioni anti-uscite: in 120 mila sono stati denunciati.
Da oggi ai trasgressori non viene più contestato l’articolo 650 del Codice penale; rischiano invece una sanzione amministrativa che va da 400 a  3.000 euro. Per chi ha violato le norme prima dell’entrata in vigore del decreto 19 si applica la nuova sanzione amministrativa, ma nella misura minima ridotta della metà, cioè 200 euro.
E il decreto ha portato al quarto cambio del modulo per l’autocertificazione, suscitando commenti ironici sul web. Gabrielli taglia corto: “Cambiano le disposizioni e noi dobbiamo aggiornarlo, anche per intercettare i quesiti che arrivano dai cittadini”. La nuova versione ammette per positivi al Covid e quarantenati gli spostamenti decisi dalle autorità sanitarie; considera anche le disposizioni emesse dalle Regioni e specifica le situazioni di necessità che giustificano lo spostamento.

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