‘Aumenteranno casi al Sud, ma Sicilia regge’

Coronavirus. Gli esperti: "Peserà l'esodo dal Nord. Nell'Isola la situazione degli ospedali non  desta allarmi"

Per questa settimana “è prevedibile un aumento dei casi di contagio da nuovo coronavirus al Centro-Sud”. E’ l’opinione di Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e rappresentante italiano all’Oms. “A pesare – spiega – sono gli spostamenti dal Nord nelle scorse settimane ma anche atteggiamenti, che si continuano a verificare, di mancato rispetto delle misure di contenimento”.
Quanto al momento in cui potrà verificarsi il picco dei casi, “è difficile dirlo, ma sicuramente – afferma Ricciardi – il picco è condizionato dal rispetto delle misure di contenimento e se tali misure non verranno rispettate adeguatamente allora il picco è destinato a spostarsi in avanti”. Gli ultimi dati “indicano un primo decremento di casi al Nord e ciò è positivo, ma è ancora presto per una valutazione. Dobbiamo aspettare le prossime due settimane per vedere l’andamento della curva”. Ad ogni modo, conclude l’esperto, “gli effetti delle misure si vedranno prima al nord e poi al Centro-Sud, per una questione di tempi dall’inizio delle stesse. L’andamento sarà dunque diversificato tra Nord e Sud”.
INFETTIVOLOGO DEL CIVICO: “SICILIA REGGE BENE”. “La Sicilia sta reggendo bene, la situazione negli ospedali non desta allarme. Mantenendo il distanziamento sociale e attenendosi con scrupolo alle prescrizioni, nell’Isola il numero dei contagi sarà contenuto”, dice Tullio Prestileo, infettivologo dell’ospedale Civico di Palermo. “Quando il presidente della Regione insiste sulla necessità di isolare la Sicilia, ha ragione e quanto accaduto in nottata a Messina è grave: i numeri di contagi registrati nella città dello Stretto sono percentualmente alti rispetto ad aree più popolose della Sicilia. La vicenda della casa di riposo di Villafrati, dove una donna proveniente da Milano è andata a trovare un parente, contagiando gli ospiti, dimostra ulteriormente che bisogna attenersi con scrupolo ai divieti”, aggiunge.
Prestileo spiega che “73 mila casi studiati in Cina ci danno ormai la certezza che il virus arrivato al Nord è diverso e potrebbe trattarsi di quello tedesco, a sua volta mutato”. Alla domanda sul perché i decessi in Germania siano nettamente inferiore rispetto all’Italia, Prestileo ritiene che “probabilmente i numeri tedeschi andrebbero emendati: ricordo che i 90 mila casi di ‘strana influenza’ segnalati un paio di mesi fa dalle autorità tedesche, quando ancora non era scoppiata l’epidemia, potrebbero riguardare pazienti affetti da coronavirus”.

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