Sicilia: +138 positivi, 3 anziani morti

Nuova ordinanza: stop a spostamenti

'Non si parte': pianti alla stazione di Milano

Coronavirus: 596 malati nella regione, c'è anche un medico di Caltagirone. Calano le vittime in Italia: +651. Governo cerca di bloccare fughe verso il Sud. Allarme per due focolai a Messina: sale ancora il numero di contagiati. Apprensione anche a Villafrati: 16 casi, 4 ricoverati

VD Razza: 'Aumento casi legato a contatti con rientrati'

Salgono a 596 i positivi al Covid-19 in Sicilia con un incremento di 138 casi rispetto a ieri. Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 12 di oggi (domenica 22 marzo), in merito all’emergenza coronavirus.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) sono 5.580. Di questi sono risultati positivi 630 (140 + di ieri), mentre, attualmente, lo sono 596 persone (+138 rispetto a ieri).
Risultano ricoverati 275 pazienti (37 a Palermo, 106 a Catania, 57 a Messina, 1 ad Agrigento, 15 a Caltanissetta, 19 a Enna, 6 a Ragusa, 21 a Siracusa e 13 a Trapani) di cui 55 in terapia intensiva, mentre 321 sono in isolamento domiciliare, 26 guariti (11 a Palermo, 6 a Catania, 4 a Messina, 2 ad Agrigento ed Enna, 1 a Ragusa) e 8 deceduti.

TRE MORTI TRA CATANIA ED ENNA. Altri tre anziani sono morti in Sicilia. Un uomo di 84 anni è deceduto la notte scorsa all’ospedale Garibaldi Nesima di Catania. Il paziente, affetto da altre molteplici gravi patologie, era risultato positivo al Covid-19. Una donna di 86 anni è morta la notte scorsa nell’ospedale Umberto I di Enna. Anche lei soffriva di gravi patologie prima di essere contagiata. Un terzo paziente di 77 anni ricoverato in terapia intensiva per problemi respiratori è morto a Caltagirone: originario di Sciacca, era affetto da multimorbilità.
NUOVA ORDINANZA: STOP A SPOSTAMENTI. Da oggi è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. Lo stabilisce l’ordinanza adottata congiuntamente dal ministro della Salute e dal ministro dell’Interno che rimarrà efficace fino all’entrata in vigore di un nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri.
La ratio della nuova ordinanza è quella di evitare le fughe di persone verso Sud dopo l’ulteriore stop alle attività produttive annunciato ieri dal premier Giuseppe Conte. La misura sarà contenuta nel nuovo decreto che andrà domani in Gazzetta Ufficiale.
E subito, con controlli più stringenti, alla stazione centrale di Milano sono stati fermati dei passeggeri in partenza per Salerno e Napoli. Qualcuno ha anche pianto quando si è visto respingere. Le persone sono state sottoposte a rigorose e approfondite verifiche dell’autocertificazione e dei documenti e anche a quelli della temperatura corporea. Una decina, complessivamente, quelli che non avevano i requisiti.
Numerosi i passeggeri giunti con un’autocertificazione incompleta che hanno dovuto integrarla dopo i suggerimenti dei poliziotti. Alcuni non ce l’hanno fatta oppure non avevano proprio ragioni comprovate per spostarsi. Al di là dello sconforto e qualche pianto, hanno ripreso le loro valigie e sono tornati a casa, salvo un giovane campano che ha cominciato una discussione molto animata con gli agenti prima di essere mandato via, non prima di aver causato anche momenti di tensione.
CALANO LE VITTIME IN ITALIA. Calano le vittime del coronavirus in Italia. Oggi il numero complessivo è di 5.476, con un aumento rispetto a ieri di 651 unità; ieri l’aumento era stato di 793 morti. Il dato è stato reso noto dal capo della protezione civile, Angelo Borrelli.
Sono complessivamente 46.638 i malati, con un incremento rispetto a ieri di 3.957: ieri l’incremento era stato di 4.821. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 59.138. Sono 7.024 le persone guarite, 952 in più; ieri il dato giornaliero era di 943.
POSITIVO MEDICO A CALTAGIRONE. Un medico dell’ospedale Gravina di Caltagirone è risultato positivo al Covid-19. Sono state attivate immediatamente tutte le misure di sanificazione e contenimento previste. Tutto il personale sarà sottoposto al test.
Il medico, in isolamento domiciliare, è in buone condizioni di salute. L’ospedale rimane in attività. La direzione ha disposto il rafforzamento del reparto di malattie infettive con nove infermieri, uno specialista di medicina interna e uno di malattie dell’apparato respiratorio.
DUE FOCOLAI A MESSINA. E’ allarme a Messina, dove sono almeno due i focolai con un numero consistente di pazienti positivi al coronavirus.
Salgono a 20 le persone positive al Covid 19 nella casa di riposo ‘Come d’incanto’ su 24 tamponi eseguiti. A confermarlo è stato il Policlinico di Messina, dove sono ricoverati alcuni dei pazienti risultati positivi. Ancora numerose le persone tra i 71 anziani ospiti della Casa di riposo e tra i 16 operatori che sono in isolamento da giovedì, in attesa dell’esito del tampone.
C’è inoltre molta attenzione su un altro caso che riguarda la clinica Cristo Re, dove un paziente è risultato positivo ed è stato trasferito al Policlinico. Per il sindaco di Messina, Cateno De Luca, “è una vergogna che ancora non ci siano i risultati degli altri tamponi e che non siano stati fatti ancora tutti, sia alla Casa di Riposo che all’Istituto Neurolesi”.
L’Ircss Bonino Pulejo per neurolesi è l’altro focolaio nella città peloritana: fino ad ora sono stati individuati una trentina di casi tra degenti e personale sanitario. Intanto l’Asp di Messina ha nominato un responsabile per la gestione dell’emergenza, si tratta di Carmelo Crisicelli.
Sempre l’Asp ha inviato al Comune i dati definitivi sulla comitiva che ha preso parte alla ormai famosa settimana bianca a Madonna di Campiglio che ha suscitato tante polemiche in città: tra i 116 messinesi fin qui censiti e tornati in città il 7 marzo scorso, in 35 non si sono mai registrati come invece era previsto dall’ordinanza del presidente della Regione Musumeci.
L’assessore alla Salute Ruggero Razza ha presieduto in mattinata una riunione con tutti i manager delle aziende sanitarie del Messinese e ha inviato in città anche il responsabile dell’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato, Salvatore Scondotto.

VILLAFRATI: 16 CASI, 4 RICOVERATI. Sono stati eseguiti 103 tamponi solo nelle ultime ore tra i dipendenti e gli anziani assistiti nella struttura di Villa delle Palme a Villlafrati (Pa). Si cerca di comprendere l’entità dell’infezione che non riguarderebbe solo la residenza assistita dove ci sono 60 anziani, ma anche i comuni vicini. Nella Rsa lavorano circa 75 dipendenti, residenti anche nei comuni del circondario.
“Stiamo facendo il massimo per contenere il contagio – ha commentato il sindaco di Villafrati Francesco Agnello – Nella struttura lavorano molti nostri concittadini, ma anche persone dei comuni vicini. Ho fornito agli altri sindaci l’elenco delle persone che hanno lavorato nella struttura dal momento del probabile primo contagio. In modo che possano avviare anche loro le indagini per mappare contatti e spostamenti dei soggetti che lavorano nella nostra Rsa e che potenzialmente potrebbero essere positivi”.
Secondo la voce che circola in paese il virus sarebbe stato portato da una persona che sarebbe andata a trovare il nonno tornata dal nord Italia. Una circostanza che ancora si sta cercando di verificare. La persona giunta dal nord avrebbe cominciato ad avvertire i sintomi quattro-cinque giorni dopo la visita all’Rsa, e si sarebbe sottoposta al tampone risultando positiva. A coordinare gli interventi sulla Rsa la prefettura di Palermo che sta seguendo da vicino quanto accaduto nella struttura sanitaria. Al momento sui primi 19 tamponi tra gli anziani che avevano qualche sintomo, 16 sono risultati positivi. Quattro sono ricoverati al centro di Partinico. Adesso si attendono gli altri risultati. “Possiamo fare il punto e comprendere quanto sia grave la situazione dopo l’esito degli esami – conclude il sindaco – Al 90% il virus è arrivato da fuori la struttura. Le autorità competenti dovranno accertare come gli anziani hanno contratto la malattia”.

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