Pogliese frena la movida catanese: “Riempire le strade è da imprudenti”

Ordinanza in Sicilia: il Viminale contesta

Coronavirus. Appello del sindaco ai giovani: "Serve responsabilità. E i cittadini escano solo se necessario". La Regione: "Quarantena per chi sbarca dal Nord". Stop a palestre, piscine e centri benessere: LEGGI LE NUOVE DISPOSIZIONI. Il ministero frena: "Decide lo Stato". Carcere per chi non rispetta l'isolamento. Più di 50 contagiati nell'Isola, in Italia altri 133 morti. 

Palermo: posti esauriti in Malattie infettive

 

A poche ore dal decreto del governo Conte che dichiara la “chiusura” della Lombardia e di altre 14 province, in moltissimi si sono precipitati per salire sui treni in partenza da Milano verso il sud Italia. Una notizia che ha messo subito in allarme il governo regionale siciliano che con un’ordinanza ha chiesto subito ai prefetti di mettere in atto nuove misure di prevenzione e ha annunciato una nuova comunicazione al ministero dell’Interno per chiedere più controlli e più uomini in divisa.
“Attivare subito, con assoluta urgenza, un tavolo di confronto tra il governo, le Regioni e le Province autonome”, chiedono i presidenti di Lombardia, Veneto, Liguria, Sardegna, Sicilia, Abruzzo, Piemonte, Umbria e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano. Insieme, infatti, hanno sottoscritto una richiesta di confronto immediato, in videoconferenza, con il premier Conte relativamente alle disposizioni dell’ultimo decreto.
“MOVIDA A CATANIA? GIOVANI IMPRUDENTI”. “Vedere le strade della movida di Catania, ma anche di Napoli o Milano, imprudentemente piene di persone a contatto l’uno dell’altro, purtroppo lascia pensare che ancora non si è compresa bene la gravità della situazione”. In un messaggio social ai cittadini, il sindaco etneo Salvo Pogliese chiede “senso di responsabilità”. “Alla preoccupazione e alla paura di questi giorni dobbiamo contrapporre razionalità. Le misure prese dal governo funzioneranno solo se tutti noi, ciascuno nel proprio ruolo e nella propria condizione, applicheremo tutte le indicazioni previste, evitando assembramenti e contatti diretti con le persone nei locali, nei negozi, nei mercati, ma anche mantenendo un’impeccabile igiene personale lavando ripetutamente le mani”.
Secondo il sindaco “purtroppo c’è il rischio concreto che la situazione di contagio nel Nord Italia si estenda anche da noi, affollando ancora di più ospedali e strutture sanitarie che stanno già operando senza risparmio di energie. Le istituzioni possono e devono fare la loro parte, ma è indispensabile la responsabilità del singolo cittadino. Il principio è semplice: bisogna uscire di casa solo per azioni strettamente necessarie come quella di recarsi al lavoro o compiere gli acquisti; rallentare i contatti sociali; rimanere più a lungo possibile nella propria abitazione. L’andamento del contagio molto dipenderà da come si comporteranno i singoli e se verranno applicate tutte le raccomandazioni che si stanno facendo in questi giorni. E’ da irresponsabili non prendere atto della serietà del problema e delle rigorose condotte che dobbiamo mantenere, costi quel che costi, in termini di temporanee rinunce alle nostre abitudini e alle nostre comodità”.
“Mi rivolgo sopratutto ai giovani – prosegue -, all’energia vitale che li contraddistingue, affinché seguano con compostezza questo provvisorio cambiamento del nostro modo di essere. Un impegno che può salvare vite umane e aiutarci a uscire prima possibile da questo buio tunnel della paura e dell’angoscia. Non dimentichiamo le difficoltà che noi catanesi nel corso dei millenni abbiamo dovuto contrastare come terremoti ed eruzioni, emergenze certo più gravi di questa, che non è l’Apocalisse, ma un grave momento in cui occorre dimostrare rispetto delle regole, reciproca solidarietà e coscienza di responsabilità”.
CATANIA, CHIUDONO I MUSEI. L’amministrazione comunale di Catania con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm sta eseguendo le prescrizioni stabilite dal governo. Immediatamente è stata disposta la chiusura di musei e mostre temporanee ospitate nei locali comunali. Introdotti diffusori igienizzanti e sapone liquido nei servizi igienici.
Sono stati stabiliti ulteriori interventi di pulizia e igiene degli uffici e nelle strutture comunali (Catania Multiservizi ha effettuato la pulizia e la disinfezione di scuole materne, uffici comunali e impianti sportivi “utilizzando prodotti consigliati dal ministero della Salute”) e nelle prossime ore anche nei mercati cittadini. “Sono obblighi che vanno assolutamente rispettati – dice il sindaco Salvo Pogliese – ma se lo faremo con serietà tutto sarà più semplice e riusciremo a uscire da questo buio tunnel prima possibile”.
ESODO VERSO IL SUD. Centinaia di persone si sono riversate alla stazione Garibaldi di Milano, dove alle 23.20 di sabato sera è partito l’ultimo Intercity. I viaggiatori sono saliti sui vagoni anche senza biglietto, dicendo ai controllori di essere disposti a pagare la multa pur di poter restare a bordo. Il personale ferroviario ha convinto alcuni dell’impossibilità della richiesta perché il numero superiore al consentito avrebbe potuto creare problemi di sicurezza, ma in molti casi non è stato sufficiente per farli desistere. Non è bastata l’indicazione di mantenere la distanza di sicurezza, i viaggiatori erano praticamente accalcati.
Scene di isteria collettiva. In molti, per il timore di rimanere chiusi i Lombardia, sono partiti in auto per la casa al mare o quella in montagna o comunque per raggiungere la famiglia in ogni parte d’Italia. Nell’aeroporto di Linate, a Milano nessuna coda in serata. I banchi dei check-in Alitalia erano quasi vuoti, ma in attesa c’era anche una coppia di studenti di Catania che ha anticipato il rientro in Sicilia: “Non sappiamo quando torniamo, ci fermiamo giù”, raccontano. Una mamma di Catania saluta il marito, che rimane a Milano per lavoro: “Torno perché giù c’è il mio bambino, ma ora ho paura, anche se sto bene, di poterlo contagiare. Pensavo ci controllassero almeno la febbre in partenza, invece nulla”.
QUARANTENA PER LE ZONE ROSSE. Immediata la risposta del governo regionale siciliano per prevenire contagi . “Chi sbarca in Sicilia, con qualsiasi mezzo, provenendo dalle zone rosse del Nord, ha il dovere di informare il medico di base e porsi in autoisolamento”, impone un’ordinanza firmata dal presidente Nello Musumeci e in fase di notifica ai nove prefetti, ai questori ed ai 390 sindaci dell’Isola. “Ci saremmo aspettati un intervento del ministero dell’Interno – continua – servono le forze dell’ordine per la vigilanza, fino a stamattina abbiamo chiesto una disposizione che metta gli uomini in divisa a vigilare i porti, gli aeroporti e le stazione ferroviarie soprattutto nello Stretto di Messina”.
Inoltre è disposta nell’ordinanza la chiusura di piscine, palestre e centri di benessere. Ai concessionari di servizi di trasporto aereo, ferroviario e navale è fatto obbligo di acquisire e mettere a disposizione delle forze dell’ordine e della presidenza della Regione siciliana i nominativi dei viaggiatori, relativamente alle provenienze dalla Regione Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria, con destinazione aeroporti, porti e stazioni
ferroviarie della Sicilia.
“Il Dipartimento regionale della protezione civile disporrà presso gli imbarcaderi di Messina due tende per i fabbisogni sanitari e distribuirà la presente ordinanza a tutti i cittadini in arrivo. La mancata osservanza degli obblighi comporterà le conseguenze sanzionatorie previste dall’art. 650 del Codice penale se il fatto non costituisce reato più grave”.
Musumeci dal suo isolamento domiciliare, dove si trova da ieri per precauzione dopo il contatto avuto mercoledì a Roma con il collega Zingaretti (al primo tampone negativo di ieri sera ne seguirà un altro tra due giorni), esorta a rispettare le regole. “Se tutti manteniamo la calma e il senso di responsabilità, riusciremo a gestire e superare anche questo particolare momento. Noi siciliani abbiamo affrontato ben altre calamità e non ci arrendiamo. Ma ognuno faccia la propria parte”.
IL VIMINALE FRENA: “ORDINANZE NON COERENTI”. Il Viminale però frena: “Ferma restando l’autonomia di ciascun ente nelle materie di competenza nei limiti della legislazione vigente, le ordinanze delle Regioni contenenti delle direttive ai prefetti relative all’emergenza coronavirus non risultano coerenti con il quadro normativo. I prefetti, in quanto autorità provinciale di pubblica sicurezza, rispondono unicamente all’autorità nazionale”.

IN SICILIA 53 CASI. Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 12 di oggi così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale. Dall’inizio dei controlli, i laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) hanno effettuato 791 tamponi, di cui 729 negativi e 9 in attesa dei risultati.
Al momento, quindi, sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità 53 campioni, di cui sette già validati da Roma (tre a Palermo e quattro a Catania). Risultano ricoverati 18 pazienti (sei a Palermo, cinque a Catania, due a Messina, uno a Caltanissetta, tre ad Agrigento e uno a Enna) di cui nessuno in regime di terapia intensiva, mentre 35 sono in isolamento domiciliare.

IN UN GIORNO 133 MORTI. Bilancio pesante oggi per le morti legate al coronavirus: nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 133, passando da 233 a 366, con un aumento del 57% in un giorno. Il maggior numero viene dalla Lombardia, 113. L’incremento dei malati, passati da 5.061 a 6.387 (+1.326), è stato del 26,2%. Meno marcato l’aumento delle persone guarite, diventate in totale 622, con un incremento di 33 unità (+5,6%). Infine i malati in terapia intensiva sono aumentati di 87 (+14,4%). Questi i dati della protezione civile.
L’Italia diventa il secondo Paese in cui l’infezione uccide di più, dietro gli oltre 3 mila morti della Cina, ma davanti ai 194 dell’Iran (dati John Hopkins University). L’impennata nel numero dei morti – il giorno precedente erano stati 36 in più – è determinata in larghissima parte dalla situazione limite della Lombardia. La malattia fa il suo decorso, spiegano gli esperti, e ora quasi il 5 per cento delle persone che si ammalano muore.
CARCERE PER CHI NON RISPETTA QUARANTENA. Chi viola la quarantena rischia il carcere. Lo prevede la direttiva inviata dal Viminale ai prefetti. La sanzione per chi viola le limitazioni agli spostamenti è quella prevista in via generale dal 650 cp (con una pena prevista di arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino 206 euro), “salvo che non si possa configurare un’ipotesi più grave quale quella prevista dall’articolo 452 del codice penale: delitti colposi contro la salute pubblica, che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica”.
SEI CONTAGIATI A MESSINA. Salgono a sei le persone positive al Covid 19 a Messina e provincia. Oggi è risultata positiva la moglie anziana del medico di 80 anni che si è auto-presentato ieri al Policlinico. Sono entrambi ricoverati al nosocomio peloritano. Un’altra persona, una ragazza di 27 anni tornata da qualche giorno dal Nord, è risultata positiva al tampone all’ospedale Papardo ed è ricoverata, ma sta bene. Positivi anche un professore universitario a Messina e a Sant’Agata di Militello un vigile del fuoco e la moglie.
TRE NUOVI CASI A PALERMO. Altri tre nuovi casi di coronavirus a Palermo, dopo il carabiniere ricoverato ieri: si tratta di un camionista di 55 anni risultato positivo al tampone dopo che gli è stata diagnosticata una polmonite in fase iniziale. Il paziente affetto da corona virus ricoverato al Cervello, contrariamente a quanto trapelato in precedenza, non è stato trasferito all’ospedale di Caltagirone. Il paziente in questione, palermitano, risultato positivo al test, si trova attualmente nella struttura pre-triage allestita davanti al pronto soccorso in attesa di essere trasferito nel reparto di Malattie infettive, dove si sta lavorando per liberare il posto letto.
Nella provincia di Palermo, infatti, sono già stati esauriti i posti letto nei reparti Malattie infettive a pressione negativa necessari per un isolamento assoluto. Sempre al Cervello è ricoverata una donna palermitana che è stata fuori in viaggio ed è transitata dall’aeroporto di Bergamo. Anche lei è risultata positiva al tampone. E’ risultata positiva al coronavirus anche la moglie del carabiniere ricoverato all’ospedale Civico venerdì sera. La coppia è tornata dal Trentino il 25 febbraio scorso a bordo di un aereo partito dall’aeroporto di Verona. Marito e moglie avevano lavorato tra caserma e palazzo di giustizia per un paio di giorni. E’ infine ancora ricoverata al Cervello la turista bergamasca, primo caso di coronavirus in città, che è ormai senza febbre da sette giorni.
Sul caso della mancanza di posti letto nei reparti Malattie infettive è intervenuto l’assessore alla Salute Ruggero Razza. “È assolutamente normale che tutti i reparti di malattie infettive della Sicilia rappresentino un’unica rete a disposizione dei ricoveri di tutta la regioni. Quindi è del tutto normale che un paziente possa essere ricoverato in ogni reparto dell’Isola, esattamente come sta avvenendo in ogni parte d’Italia. Peraltro è in corso a Palermo, all’Ospedale Civico, un vertice con tutti i manager della provincia finalizzato a individuare aree riservate al ricovero di casi di coronavirus. Il nostro sistema in questo momento va adeguatamente accompagnato e seguito. Le polemiche non servono a nulla. In queste ore l’esponente del governo regionale si sta valutando l’adozione di ulteriori provvedimenti”.

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