Ricatti a luci rosse a prete nel Catanese: “Soldi o diffondo il tuo video erotico”

Il sacerdote si mostra nudo a un giovane sui social e sborsa 8.000 euro alla fidanzata che minacciava di svelare tutto: poi la fa arrestare

ACIREALE (CATANIA) – Soldi per evitare la diffusione di sue foto e di un video osé. E’ la richiesta di una 28enne a un prete della provincia di Catania che aveva scambiato scatti e filmati con il fidanzato della donna. A cui il sacerdote cede la prima volta, dandole 3.600, e anche una seconda volta, consegnandole altri 4.000 euro.
Ma alla terza richiesta si presenta ai carabinieri e la denuncia. Scattano le indagini e la Procura di Catania chiede al Gip, e ottiene, nei confronti della donna, un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per estorsione. Ad accusarla messaggi, telefonate, cellule telefoniche e accertamenti sui social network. E su un social network era iniziato tutto nel gennaio del 2019 quando il prete accetta l’amicizia di un 30enne imbianchino, che afferma di essere in ritiro con la squadra di calcio dilettanti in cui gioca dalle sue parti, che gli avrebbe detto di essere interessato a nuove esperienze sessuali pur essendo fidanzato con una 28enne.
L’uomo, che non è indagato, lo ‘pressa’ inviandogli una sua foto e lo invita a un incontro in una struttura alberghiera di un suo conoscente dove non sarebbe rimasta traccia della sua presenze perché non sarebbe stata registrata. Al diniego del prete insiste postando suoi scatti in cui è nudo e in posizioni ‘provocatorie’.
Il sacerdote ‘risponde’ con foto e un suo video altrettanto esplicito, facendo partire le richieste di denaro. E’ il 30enne a dire al prete che la sua fidanzata, per gelosia, ha controllato il suo cellulare e ha trovato il materiale che lui gli aveva inviato. Facendo scattare, spiega ancora, la rabbia della donna che vuole denunciare tutto all’Arcivescovado di Catania ed alla trasmissione televisiva “Le Iene”.
E’ lui a indicargli la soluzione: “incontrala e dille che nel 2018 avevo fatto dei lavori di tinteggiatura in parrocchia e che devi saldarmi ancora 3.600 euro”. Il sacerdote accetta, per evitare lo scandalo, e incontra la 28enne in una villa comunale dove le consegna i soldi. Lei, col volto travisato da sciarpa, cappello e occhiali, prende il denaro e lo rassicura: “sono una ragazza di chiesa, felice in questo momento di avere salvato la reputazione di un sacerdote e del mio fidanzato”.
Ma la donna si rifà viva e chiede altri 4.000 euro perché, sostiene, era rimasta incinta e i suoi l’avevano cacciata di casa. Identica modalità di incontro e consegna dei soldi da parte del prete e la promessa “sul bambino che porto in grembo” che non l’avrebbe più chiamato. Impegno non mantenuto con la terza richiesta di denaro sui social network della vittima, che riceve anche telefonate anonime e una volta è affrontato anche in strada. E’ l’ultima minaccia a fare trovare al sacerdote il coraggio di porre fine al ricatto: va in caserma e denuncia tutto ai carabinieri che avviano le indagini che si concludono con gli arresti domiciliari per estorsione della donna.

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