Botta e risposta Musumeci-Corte dei conti

Savagnone: "Indignata da critiche e illazioni". Il governatore: "Solo un equivoco, rispetto la magistratura"

PALERMO – Scoppia la polemica e lo scontro tra il governatore siciliano Musumeci e la Corte dei Conti. “Ho letto con stupore e indignazione le dichiarazioni rese dal presidente Musumeci nel corso di un’intervista a ‘La Sicilia’ in cui afferma per ben due volte: ‘Mi rifiuto di esprimere valutazioni sulla Corte dei conti’ – afferma in una nota il presidente della sezione di controllo della Corte dei conti per la Regione siciliana, Luciana Savagnone – e si lascia andare, subito dopo, a considerazioni che insinuano dubbi sulla correttezza dell’operato di un consigliere della sezione regionale di controllo, il quale non sarebbe ‘al di sopra di ogni sospetto’ per essere stato un ex assessore di una giunta di centrosinistra nel comune di Palermo”.
“Tengo, anzitutto, a precisare che le illazioni e le infamanti affermazioni, se pur dirette al collega, sono di fatto rivolte all’intera sezione di controllo che mi onoro di presiedere, visto che il contenuto di ogni deliberazione viene discusso e approvato in Camera di consiglio e il successivo elaborato scritto porta la firma di ciascun magistrato relatore/istruttore e, naturalmente, la mia. Il presidente Musumeci, quindi, avrebbe dovuto rivolgere le sue critiche direttamente a me”.
E Musumeci replica: “Dal tenore della nota della presidente Savagnone comprendo che ella è insorta in uno sgradevole equivoco. Nel dire che non intendo esprimere apprezzamenti sulla Corte, appariva chiaro che intendevo ribadire un concetto che mi è molto caro: le magistrature e le loro decisioni non si giudicano, ma si rispettano. Quanto al resto, penso sia mio diritto sostenere, come ho sostenuto, che esistono profili di opportunità indiscutibili di cui tutti, come la politica, dovrebbero tenere conto. In questo senso, mi stupisce molto che si sia voluta intendere la mia dichiarazione come un attacco alla Corte. Nessuno ha bisogno di insegnarmi che le istituzioni pubbliche di rispettano. E si rispettano tutte, anche quelle espresse dal voto popolare”.
Savagnone precisa che la deliberazione contestata è “un parere, chiesto espressamente dalla Commissione bilancio dell’Ars, sul Defr, che, come noto, non è direttamente sottoposto al controllo se non su richiesta dell’amministrazione. La sezione di controllo ha svolto una attività istruttoria documentale e convocato, altresì, i dirigenti generali della Regione in adunanza, alla quale anche l’assessore al Bilancio era invitato a partecipare. A seguito della Camera di consiglio, è stata elaborata una relazione, approvata con la deliberazione n. 10/2020/Aud, discussa presso l’Assemblea regionale dinanzi alla Commissione bilancio, a parecchi rappresentanti del governo e ai vertici dell’amministrazione”.
“L’insofferenza del presidente Musumeci non tiene in debito conto che gli era stata offerta ogni possibilità di esprimere le sue valutazioni sul contenuto del documento contabile in esame. Invero, nessuna smentita o rettifica sul merito delle osservazioni è stata udita, ma soltanto uno sgradevole tentativo di delegittimazione di un collegio e di un magistrato che con la massima onestà intellettuale, ha svolto e svolge con onore le sue funzioni”, conclude Savagnone.

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