La fumatina in bagno, lo scherzo con Totti e la cipollina: c’è Verdone in redazione

di Emanuele Grosso. Un'ora in tv per promuovere il film a Catania: ecco cos'è successo. VIDEO - FOTO

“Non ne posso più, non ne posso più… Mammamia”. Le parole chiave della visita di Carlo Verdone a Telecolor sono stanchezza e circospezione. Mentre mormora prima del telegiornale che lo deve ospitare è stremato e serissimo. Soppesa i saluti alla redazione senza farsi sfuggire un sorriso o una parola in più.
“Mai fatto un tour promozionale del genere. E’ la parte più difficile del film, devi avere ‘na salute de fero“. E lui di notte è stato male: “Dolori di pancia”. Con tanto di pensieri non proprio amorevoli per il produttore Aurelio De Laurentiis che lo spedisce in giro per l’Italia: “Lasciamo perdere…”.

Dunque per un’ora negli studi della tv (alle 21 va in onda il Faccia a faccia con Roberta Lunghi) la lezione è: rinuncia all’idea che il divo debba essere sempre uguale all’immagine che hai di lui, da Furio-il-marito-di-Magda a Rolando Ferrazza; può perfino essere vagamente scazzato e avere fretta di andarsi a riposare.
Qualcosa di verdoniano però gli sfugge quasi involontariamente, e questa è un’antologia. “Ma con ‘sto caldo che avete qui a Catania non è che la gente non va al cinema?” (di sera deve presentare “Si vive una volta sola” al Planet). In pausa tra una registrazione e l’altra: “Ho fumato in bagno come uno studente”. Davanti a una tavola piena di arancini, cipolline e cannoli: “Ma prima de pranzo il dolce no!”. Al brindisi: “So’ astemio”. Sul suo ruolo nel film: “Nella vita non avrei mai fatto il chirurgo, nun me fa’ apri’ le persone”.
A ogni interlocuzione è sospettosissimo: “Cosa devi chiedermi?”. Sorride in automatico quando gli fanno rivedere le scene che forse due o tre volte avrà già guardato (ma almeno la selezione è notevole) e l’ultimo trailer (“Abbiamo dovuto fare 92 tentativi prima di arrivare a quello buono”), quindi si congeda con la storiella del figlio: “Gli ho fatto uno scherzo di cui mi vergogno moltissimo. Un mio amico gli ha telefonato: ‘Paolo, c’hai un ber tocco de palla, sei ‘na scheggia. Totti ha visto un filmato e te vorrebbe conosce”. Lui è arrivato a casa urlando ‘Papà, notizione!’. Non mi ha parlato per un mese. E’ stato un momento di cretineria assoluta, so’ un imbecille”.

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