Ramacca, ultimo colpo dei vandali agli scout

La sede si trova in un bene confiscato alla mafia. Nei mesi scorsi raid a Marsala e a Mineo. Solidarietà e mobilitazione Agesci in tutta Italia. FOTO

CATANIA – Strappato alla criminalità organizzata e dal 2016 sede del Gruppo Scout 1 dell’Agesci di Ramacca (Catania), dove è divenuto simbolo di riscatto sociale per i giovani in una zona difficile, nei giorni scorsi è stato oggetto di un raid vandalico. Ma è pronta la risposta del Comitato nazionale Agesci, che rilancia la campagna ‘Più belle di prima’ per rimettere a posto i locali non soltanto a Ramacca, ma anche in tutte le altre sedi oggetto di raid vandalici in pochi mesi in Sicilia: Marsala e Mineo. Tante le donazioni arrivate da tutta Italia che dimostrano il senso di appartenenza alla famiglia scout colpita da questo ennesimo gesto intimidatorio.
L’incursione nei giorni scorsi da parte di ignoti, che hanno portato via porte, finestre, impianti elettrici e interruttori. Sull’accaduto indagano i carabinieri. Lunedì prossimo gli scout di Ramacca saranno ricevuti nel Palazzo del Governo di Catania dal Prefetto Claudio Sammartino.
Nel 2016 la sede aveva subito un primo raid vandalico. Lo stabile, un immobile di circa 130 metri quadrati, edificato con 80 mila euro del Pon Sicurezza in località Cozzo Santa Maria, era stato ristrutturato e dato in concessione al gruppo scout Ramacca 1 una decina di anni fa.
La struttura, inaugurata alla presenza del vescovo di Caltagirone, è attiva dal 2016. Dopo l’episodio era giunta la solidarietà agli scout di Ramacca da più parti, anche dal vescovo di Caltagirone, Mons. Calogero Peri e da tutti i sacerdoti della Diocesi. Peri aveva chiesto “una “risposta decisa e fattiva” che sia “responsabile e ricca di speranza”, chiedendo di “sensibilizzare l’opinione pubblica”.
La risposta dell’Agesci nazionale non si è fatta attendere e i presidenti del Comitato nazionale Barbara Battilana e Vincenzo Piccolo, di fronte ai ripetuti attacchi alle sedi scout dell’Isola hanno commentato: “Evidentemente diamo fastidio a chi vorrebbe che i giovani di questi territori di frontiera non fossero liberi di costruirsi una vita affrancata da violenza e sopraffazione. Attraverso questo nostro dare fiducia e valorizzare i tanti talenti dei giovani stiamo scardinando le logiche malavitose”.
“Per le nostre attività – aggiungono i responsabili dell’Agesci – occupiamo quelli che erano i loro spazi e diamo a questi ambienti una nuova vita a servizio della comunità. Di più. Con la nostra presenza rendiamo più belle e funzionali queste strutture. Ai loro occhi tutto questo è inaccettabile. Ma sappiano che non abbiamo nessuna intenzione di arretrare, né tantomeno di rimanere in silenzio. Noi ci siamo”.

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