Coca Cola: “Ecco la verità su Catania”

L'ad di Sibeg a Telecolor: "Solo il premier Conte può evitare la delocalizzazione in Albania. In Italia rischiano la chiusura altri due stabilimenti". VIDEO

Una battaglia cominciata a ottobre, tante promesse dalla politica che, negli ultimi mesi ha moltiplicato le visite alla Coca Cola di Catania. Fatti zero. La plastic tax e la sugar tax entrano nella manovra fiscale e la Sibeg, che imbottiglia anche bibite a marchio Tomarchio, sceglie di delocalizzare alcune linee di produzione in Albania ridimensionando lo stabilimento siciliano, da sempre fiore all’occhiello del’economia locale.
La legge del business detta le regole e l’ad di Sibeg Luca Busi è pronto a tornare sui propri passi “se lo stesso farà il governo Conte bis che ha preso decisioni superficiali, imponendo tasse ingiuste e irresponsabili, senza interfacciarsi con la filiera e con il nostro settore”.

Deluso, amareggiato, ma ancora battagliero. L’ad Busi, in una lunga intervista nel programma Faccia a Faccia di Telecolor (nella clip una anticipazione), snocciola numeri e bilanci, racconta 40 anni di storia e di successi della sua azienda e prova a fare chiarezze anche su molte inesattezze di una situazione paradossale “dove azienda, sindacati e lavoratori sono compatti e uniti vogliono ottenere lo stesso obiettivo, quello di evitare la rimodulazione dell’impianto catanese” con l’inevitabile perdita di posti di lavoro. “Noi non scappiamo da Catania, qui abbiamo fatto milioni di investimenti, ma questo Paese ci sta demonizzando quasi come i produttori di tabacco”.
“Siamo in attesa di un incontro con il premier Conte, chiediamo un tavolo tecnico – spiega Busi – in Italia ci sono altri 4 stabilimenti Coca Cola come il nostro, se verranno confermate queste tasse due chiuderanno, si tratta di Marcianise e Oricola, stiamo parlando di 800 posti di lavoro“.
Twitter: @LucaCiliberti
Luca Ciliberti

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