Esodo biblico dalla Libia in fiamme

Ocean Viking e Alan Kurdi in cerca di un porto sicuro, il Viminale tratta sull'eventuale redistribuzione degli extracomunitari

Ondata di partenze dalla Libia in fiamme: circa 800 si sono imbarcati su mezzi di fortuna. In 407 sono stati salvati dalla Ocean Viking in una serie di operazioni notturne. Altri 77 sono a bordo di un’altra nave umanitaria, la Alan Kurdi. Entrambe hanno chiesto all’Italia un porto di sbarco. Il Viminale valuta, trattative sono in corso con altri Paesi europei per condividere responsabilità di sbarco ed accoglienza. Mentre Alarm Phone, il servizio telefonico che assiste chi viaggia in mare, parla di “50 vite in pericolo”, su un gommone bianco al largo delle acque libiche. Intanto, passate le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, torna d’attualità il promesso superamento dei decreti sicurezza firmati da Salvini.
La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha da tempo pronto un provvedimento che dovrà esser vagliato dal Consiglio dei ministri. La Ocean Viking e la Alan Kurdi navigano vicine, a poche miglia dalle coste sudorientali della Sicilia. E’ previsto un peggioramento delle condizioni meteo nelle prossime ore e, dunque, si tengono pronte a mettersi al sicuro.
Nella tarda mattinata, dalla nave di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere sono state evacuate con un elicottero verso Malta una donna con gravi ustioni da carburante ed i suoi tre figli. C’era il rischio di “complicazioni”, hanno fatto sapere i medici. Tra i 403 rimasti a bordo anche 132 minori non accompagnati e 13 donne incinte. “La situazione nel Mediterraneo centrale nel fine settimana – ha spiegato Frederic Penard, direttore delle operazioni di Sos Mediterranee – ha ancora una volta mostrato una disperata necessità di capacità di ricerca e soccorso.
La Ocean Viking ha dovuto coprire centinaia di miglia per raggiungere diverse imbarcazioni in difficoltà mentre l’equipaggio si prendeva cura delle centinaia di persone a bordo. Tutti questi soccorsi – sottolinea – sono avvenuti di notte, in condizioni molto difficili. Mentre l’Europa dormiva, le barche che abbiamo trovato erano sovraffollate, quasi si rovesciavano o si rompevano dopo aver trascorso ore in mare senza assistenza”. Nelle settimane scorse il Viminale ha concesso l’autorizzazione allo sbarco delle navi umanitarie, l’ultima volta il 20 gennaio alla stessa Ocean Viking.
La disponibilità è stata avanzata dopo che altri Paesi Ue hanno messo nero su bianco la volontà di farsi carico di una quota dei richiedenti asilo a bordo, sulla scorta del pre accordo siglato a settembre a Malta. Un’intesa non vincolante, che si fonda sulla volontarietà. Ma i passeggeri della Ocean sono tanti questa volta ed il ministero sta cercando di  sbloccare un altro punto dell’accordo di Malta, quello che si riferisce alla rotazione volontaria dei porti, per evitare che sia sempre l’Italia dover fornire l’approdo.

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