Radicale arrestato per mafia, indagata la deputata renziana Occhionero

Palermo: l'esponente di Italia Viva sotto accusa per falso, avrebbe permesso a Nicosia di comunicare con i boss in carcere

PALERMO – La deputata di Italia Viva Giusy Occhionero è indagata dai pm di Palermo per falso in concorso. Avrebbe fatto passare il radicale Antonello Nicosia, poi arrestato per mafia, per suo assistente, consentendogli di entrare nelle carceri. Il rapporto di collaborazione tra i due, però, sarebbe stato formalizzato solo successivamente. Alla parlamentare è stato notificato un avviso di garanzia.
Occhionero, che all’epoca dei fatti era esponente di Leu, era stata sentita nelle scorse settimane dal procuratore di Palermo Paolo Guido. Dall’indagine era emerso che, oltre a progettare estorsioni e omicidi, Nicosia entrava e usciva dalle carceri, incontrando anche capimafia detenuti al 41 bis, proprio grazie alla Occhionero.
I due si erano conosciuti tramite i radicali. Il 21 dicembre, dopo avuto con Nicosia solo contatti telefonici, Occhionero è arrivata a Palermo e ha incontrato l’esponente radicale con cui è andata immediatamente a fare una ispezione al carcere Pagliarelli.
All’ingresso ha dichiarato che Nicosia era un suo collaboratore: circostanza, hanno accertato i pm anche attraverso indagini alla Camera, falsa. All’epoca, infatti nessun rapporto di lavoro era stato formalizzato.
Il giorno successivo i due hanno fatto, con le stesse modalità, visite nelle carceri di Agrigento e Sciacca. Nicosia, che è stato arrestato per mafia, è ora indagato con la Occhionero per falso in concorso aggravato dall’avere favorito Cosa nostra. Alla parlamentare è stato anche notificato un invito a comparire per la prossima settimana.

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