Qualità della vita, Caltanissetta ultima

Graduatoria del Sole 24 Ore: Milano conferma la leadership, seguono Bolzano e Trento. Su base regionale la Sicilia chiude la classifica

MILANO – Milano conferma la sua leadership e vince per il secondo anno consecutivo la Qualità della vita 2019, la graduatoria del Sole 24 Ore giunta alla trentesima edizione e pubblicata oggi sul quotidiano e sul sito. L’ultima classificata, quest’anno, è Caltanissetta mentre Roma e Napoli salgono alcuni gradini.
La Qualità della vita 2019 è una versione extra large della tradizionale indagine del quotidiano sul benessere nei territori, su base provinciale: rispetto all’anno scorso, infatti, il numero di indicatori è aumentato da 42 a 90, divisi in sei macro aree tematiche che indagano altrettante componenti dello star bene.
Le classifiche di tappa sono: “Ricchezza e consumi”, “Affari e lavoro”, “Ambiente e servizi”, “Demografia e società”, “Giustizia e sicurezza”, “Cultura e tempo libero”. Se il caso di Milano è emblematico, questa classifica fotografa le performance positive di tutte le province delle grandi città: Roma, diciottesima, sale di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno.
Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81°), rispetto alla scorsa edizione della Qualità della vita ha all’attivo una salita di 13 posizioni. Sulla stessa linea le performance di Cagliari, che fa un balzo di 24 posizioni (20°), Genova sale di 11 gradini (45°), Firenze di sette (15°) e Torino è 33esima (+ 5 sul 2018). Infine, Bari mette a segno un incremento di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto. Bologna in calo pur restando nella parte alta della classifica al 14° posto.
Milano vanta più record: oltre alla prima posizione nella classifica generale, ottiene anche il primato nella categoria “Affari e lavoro”, il secondo posto nella classifica di tappa “Ricchezza e consumi” e il terzo in “Cultura e tempo libero”. È negativa, invece, la performance in “Giustizia e sicurezza”: il capoluogo lombardo, con la sua provincia, si piazza in ultima posizione soprattutto per numero di reati denunciati e litigiosità. Un dato che potrebbe essere letto anche come segno che a Milano, a differenza di altre realtà geografiche, i cittadini denunciano di più i reati.
Subito dietro il capoluogo lombardo, nella classifica generale 2019, si confermano le province dell’arco alpino: sul podio ci sono anche Bolzano e Trento, rispettivamente al secondo e al terzo posto, seguite da Aosta. A spingerle sono i record “di tappa”, ovvero le macro aree tematiche di cui è composta la classifica generale: Aosta è prima in “Ricchezza e consumi”, Trento vince in “Ambiente e servizi” e Bolzano in “Demografia e società”.
Per gli altri record di tappa, Oristano è prima in “Giustizia e sicurezza” e Rimini in “Cultura e Tempo libero”. Nella top ten delle province più vivibili, dove si incontrano anche Trieste (5ª) e Treviso (8ª), quest’anno entra la provincia di Monza e Brianza, che sale di 17 posizioni fino alla sesta, Verona che ne guadagna sette e arriva al settimo posto e – a chiudere la top ten – Venezia e Parma che salgono rispettivamente di 25 e 19 piazzamenti.
La coda della classifica è occupata dalle province del Sud: Caltanissetta occupa l’ultimo posto per la quarta volta nella storia dell’indice dopo le performance negative del 1995, nel 2000 e nel 2008. Foggia (105ª) e Crotone (106ª) la precedono di poco.
Su base regionale, riemerge la contrapposizione Nord-Sud, con Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia sul podio, seguite dal Veneto, presente nella top 10 con tre province, dall’Emilia Romagna – che cresce, soprattutto nella classifica di tappa “Affari e lavoro” – e dalla Lombardia. In fondo alla classifica, invece, ci sono Sicilia e Calabria, rispettivamente ultima e penultima.
I DATI DELLE PROVINCE SICILIANE. Ancora giudizi negativi per i comuni siciliani con Caltanissetta che occupa l’ultimo posto, il 107esimo, per la quarta volta nella storia dell’indice sulla qualità della vita del Sole 24 ore dopo le performance negative del 1995, nel 2000 e nel 2008.
Anche il resto delle province siciliane subisce un calo generalizzato: ben sette finiscono negli ultimi undici posti della classifica, dove in testa nella parte bassa c’è Ragusa all’ottantesimo posto, con un calo di sette posizioni rispetto all’anno scorso. In calo di otto punti anche Siracusa che si colloca così alla posizione numero 90. Al numero 97, cioè all’undicesimo posto fra i peggiori, c’è Catania, che perde 13 punti e precede di un’incollatura Palermo, nella posizione 98 con una calo di 11 caselle.
Messina è invece fra le città peggiorate meno, 4 posizioni perse rispetto al 2018 che le valgono la centesima posizione, davanti Trapani (centounesima e in calo di 12 posizioni) e Agrigento (centoduesima e arretrata di 9). Alla posizione 104 c’è Enna (meno due posizioni) e infine Caltanissetta, fanalino di coda d’Italia descritto dal Sole 24 Ore come un luogo che ha perso 11 mila abitanti per aver sofferto di “decenni d’isolamento e criminalità”.

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