“Tutto tace sui 96 alloggi a Librino”

Il Sunia di Catania: "Nessuna notizia sulla riqualifica dell'ex Palazzo di cemento, eppure il Comune aveva assicurato la consegna entro fine dicembre"

CATANIA – Il Sunia di Catania, il sindacato degli inquilini, segnala di “non avere ricevuto ancora alcuna notizia a proposito dei 96 alloggi dell’ex Palazzo di cemento di Librino, nonostante gli impegni assunti dall’amministrazione comunale”. Per la segretaria generale del Sunia, Giusi Milazzo, “il completamento della riqualificazione dello stabile continua a essere rinviato sine die”.
Dopo la manifestazione organizzata dai sindacati Sunia Sicet e Uniat a fine ottobre, l’assessore comunale ai Lavori pubblici aveva dichiarato che, al più tardi a fine dicembre, sarebbero stati consegnati gli alloggi alle tante famiglie da anni in attesa.
Ma, aggiunge Giusi Milazzo, “ad oggi, non è stato consegnato alcunché e purtroppo non abbiamo alcuna notizia circa il completamento dei lavori e la definitiva consegna. Tutto ciò ci appare come la punta dell’iceberg del disinteresse comunale a proposito del disagio abitativo che a Catania stritola migliaia di cittadini”.
In merito poi alla riprogrammazione dei fondi del Patto per Catania, per il Sunia non sono state mantenute neppure le promesse del primo cittadino; eppure solo così si potrebbe aumentare l’offerta di alloggi sociali.
“Non possiamo segnalare inoltre alcun intervento efficace da parte dell’Agenzia sociale per la locazione – aggiunge -. Nonostante infatti “Habito” abbia cominciato a operare con l’apertura degli sportelli, non sembra sia ancora in grado di offrire alcuna soluzione a chi è senza casa. Manca infatti quel plafond di alloggi a canone sostenibile da offrire o come alloggi di rotazione o come soluzione permanente, così come manca ancora l’individuazione di alloggi sul mercato privato da poter utilizzare per coloro che sono in condizioni di disagio. Eppure le circa 5.000 famiglie in graduatoria e le quasi 3.000 che hanno subito negli ultimi due anni uno sfratto, continuano ad attendere risposte e ancora una volta dovranno rinviare all’anno nuovo la speranza di ottenere il dono tanto atteso: una casa dove trovare riparo”.

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