Tre pentiti puntano il dito su Monforte, risolto l’omicidio di Alfredo Maglia

Il 50enne, già detenuto a Terni e ritenuto vicino al clan Mazzaglia-Toscano-Tomasello, è accusato del grave fatto di sangue avvenuto nel 2013 ad Adrano

CATANIA – Su delega della Procura distrettuale, i carabinieri del Nucleo operativo di Paternò, la Squadra mobile – Sezione Criminalità Organizzata della Questura di Catania ed il Commissariato di Adrano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, nei confronti di Alfio Ambrogio Monforte, 50 anni, ritenuto elemento di spicco della cosca Mazzaglia-Toscano-Tomasello, attivo a Biancavilla e considerato articolazione della famiglia catanese Santapaola-Ercolano, in atto detenuto presso la casa circondariale di Terni.
All’indagato è stato contestato il delitto di omicidio pluriaggravato in danno di Maglia Alfredo, avvenuto il 28 ottobre 2013 ad Adrano. A Monforte è stata contestata anche l’aggravante di avere agito con la finalità di rafforzare gli interessi criminali della consorteria mafiosa di appartenenza. La misura cautelare costituisce sviluppo delle indagini, finalizzate a riscontrare il contenuto delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Graziano Balsamo, Giuseppe Liotta e Dario Caruana.
Le investigazioni svolte confermavano pienamente le attività investigative precedentemente compiute e culminate con le operazioni denominate convenzionalmente “Garden”, “Onda d’Urto” e “Città Blindata”. Il 29 ottobre 2013, alle 19.30, Maglia Alfredo veniva rinvenuto cadavere all’interno di una minicar, parcheggiata dentro il garage della sua abitazione sita in Adrano, attinto da diversi colpi di arma da fuoco. Dalle indagini iniziate nel 2014, emergeva che i familiari di Maglia Alfredo volevano subito vendicarsi, ed in particolare i fratelli, unitamente ad altri sodali, si stavano organizzando per commettere l’omicidio di Monforte Alfio Ambrogio. Il delitto sarebbe dovuto avvenire a Reggio Emilia, località di residenza del Monforte.
La vendetta veniva però scongiurata dalle citate indagini coordinate dalla Procura di Catania, e che culminavano con l’arresto di tutto il gruppo che faceva capo alla famiglia Maglia. Va evidenziato che dalle ulteriori indagini svolte nel 2016 e 2017 su delega di questo ufficio, sia dai Carabinieri che dalla Polizia di Stato, emergevano le attività estorsive portate avanti dal Monforte e dal clan mafioso di Biancavilla e contestualmente il ruolo – sempre più egemonico – che lo stesso Monforte stava assumendo all’interno del citato clan.
Con la sentenza emessa il 23 ottobre 2017 in sede di giudizio abbreviato dal Gup di Catania, Monforte Alfio Ambrogio e il figlio Vincenzo venivano condannati per due episodi di estorsione continuata ed aggravata ai danni dei predetti Arena: dai fatti oggetto di questa sentenza emergeva ulteriormente come Monforte Alfio Ambrogio stesse acquisendo un ruolo predominante all’interno del clan mafioso di Biancavilla, nel quale era tornato a fare parte proprio dopo la morte di Alfredo Maglia e 1’arresto degli altri Maglia.

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