Bronte, bilancio positivo dei donatori di sangue Fidas

di Nuccio Sciacca - Nove associazioni sul territorio siciliano e 25 mila unità l’anno di emocomponenti

Si è svolto a Bronte nella sala conferenze della pinacoteca “Nunzio Sciavarrello” il IV meeting della Fidas Sicilia, associazione di donatori volontari di sangue che ha raccolto nel 2018 sul territorio isolano 25 mila sacche di emocomponenti (globuli rossi, plasma e piastrine).
Ad aprire i lavori il sindaco Graziano Calanna, donatore egli stesso, il presidente della pinacoteca, Carmelo Indriolo, già primario di pediatria dell’ospedale Castiglione-Prestianni, il vice-presidente nazionale Fidas, Pierfrancesco Cogliandro, il presidente del gruppo Gdcs di Paternò, Filippo Castro, il deputato regionale Giuseppe Zitelli e il presidente della Fidas Sicilia, Salvatore Caruso.
E’ seguita una tavola rotonda sullo stato di salute del sistema sangue nella regione Sicilia con gli interventi del direttore del Centro regionale sangue, Attilio Mele, del direttore del Servizio Trasfusionale di Trapani, Renato Messina, del medico responsabile del gruppo Gdvs di Paternò, Antonino Primus, e del presidente della Fidas di Gela, Enzo Emmanuello. Brevi interventi di saluto hanno portato la presidente regionale della Fratres, Liliana Di Pasquale, e dell’Avis comunale di Catania, Francesco Malerba.
“Autosufficienza non è un termine statico ma dinamico – ha spiegato Mele -, in Sicilia nel 2018 abbiamo raccolto circa duecentomila sacche ma abbiamo bisogno di un ulteriore incremento di almeno 2.500 unità per non avere bisogno della compensazione interregionale nel periodo estivo”.
Mele ha anticipato che il bilancio del 2019 sarà positivo anche per la raccolta del plasma che costituisce, tra l’altro, anche un obiettivo dei manager siciliani. Prima della conclusione del dibattito è intervenuto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che rispondendo ai quesiti dei rappresentanti delle 9 sezioni Fidas siciliane (è in via di costituzione la sezione di Mazzarino che sarà la decima), ha evidenziato che nella nostra regione, sembra un paradosso ma è così, i meno sensibili alla donazione sembrano essere proprio i professionisti della sanità e principalmente i medici. “Convocherò i presidenti dei nove ordini provinciali – ha detto Razza – perché dovrebbero essere i medici in prima persona a dare ai cittadini un segnale forte in questo senso”.

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