Incubo trivelle nel Val di Noto

Il Tar non si è ancora pronunciato sui ricorsi presentati dagli ambientalisti. Appello di sedici sindaci del Sud-Est: "Sospendete le ricerche petrolifere"

CATANIA – “C’è ancora attesa sui ricorsi al Tar presentati in questi giorni dalle associazioni ambientaliste italiane contro le trivellazioni in Val di Noto. Infatti, non è ancora stato discusso il ricorso presentato congiuntamente da Italia Nostra, Legambiente, WWF e Zero Waste”. E’ quanto si legge in una nota del Coordinamento “No Triv” del Val di Noto.
“In questi giorni il Tar ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Noto, però non per i suoi contenuti, come lo stesso Tribunale ha chiarito, ma per ragioni territoriali, in quanto il territorio di quel comune non risulta interessato delle prospezioni – spiega il coordinamento No Triv – Il rischio di respingimento era ben noto al sindaco Bonfanti, al quale va pertanto ascritto il merito di aver voluto agire ugualmente, al fine di dare un segnale vigoroso di come la politica e i territori del Val di Noto siano del tutto contrari alle ricerche petrolifere. È doveroso precisare, tuttavia, che il Tar di Catania ha emesso l’ordinanza di rigetto della domanda cautelare, ma non ha deciso nel merito del ricorso che sarà trattato in seguito”.
“Si è, invece, ancora in attesa di risposta per l’interpello votato all’unanimità dai sedici comuni del Distretto turistico del Sud est, presieduto dallo stesso Bonfanti, ed inviato ministero dello Sviluppo Economico, affinché intervenga sospendendo le ricerche petrolifere in territorio siciliano – sottolinea il Coordinamento – Così come sono tuttora in discussione ricorsi presentati da altri sindaci del sud est dell’isola. Nessuna royalties potrebbe mai ripagare i prestigiosi territori del sud-est siciliano, dove ricade il sito Unesco più a sud d’Europa, dai presunti danni di sversamento sulle spiagge o da inquinamento delle falde idriche, dai rischi insomma giornalmente connessi con le ricerche o con le estrazioni di petrolio e gas, segno di una politica energetica ormai vetusta e che non può e non deve essere applicata in territori così sensibili”.

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