Nicosia e Dimino restano dietro le sbarre

Il Gip di Palermo convalida i fermi, l'esponente dei Radicali ed il boss di Sciacca sono accusati di associazione mafiosa

PALERMO – Restano in carcere il Radicale Antonello Nicosia e il boss di Sciacca Accursio Dimino, fermati lunedì con l’accusa di associazione mafiosa. Il gip ha convalidato i fermi emessi dalla Dda di Palermo e accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dai pm. Stessa decisione per Luigi e Paolo Ciaccio e Massimo Mandracchi, accusati di favoreggiamento.
I gravi indizi di colpevolezza ci sono e il pericolo di fuga è da ritenersi sufficiente anche per la configurabilità dell’esigenza cautelare. Sussiste anche il concreto pericolo degli indagati commettano altri reati. Così il gip del tribunale di Sciacca (Ag), Alberto Davico, motiva la convalida del fermo del radicale Antonello Nicosia, del boss Accursio Dimino e di tre favoreggiatori mafiosi arrestati lunedì dalla Dda di Palermo. Il giudice, competente perché il provvedimento è stato eseguito a Sciacca, contestualmente ha trasmesso gli atti a Palermo.
Nella motivazione ha sottolineato “la spiccata pericolosità criminale” degli indagati. Il gip Davico ha evidenziato anche il “gravissimo contesto associativo di riferimento e la non occasionalità delle condotte degli indagati Dimino e Nicosia a pieno titolo inseriti – scrive – nell’ambito della criminalità organizzata di stampo mafioso e comunque in gruppi operanti con metodo mafioso collegati fra loro da vincoli stringenti”.

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