Topi e cibo scaduto in centro storico

chiusi 3 locali della movida catanese FOTO

Blitz della polizia in via Michele Rapisardi: gli agenti trovano anche sporcizia, uscite di sicurezza bloccate e lavoratori in nero

CATANIA – Dopo le operazioni della polizia di Catania che hanno comportato la chiusura di un locale in via Auteri, dopo i controlli e le sanzioni ai locali di via Landolina e di via Birreria e dopo la diffida del questore emessa nei confronti di 6 locali, è scattata adesso una nuova fase ancora una volta incentrata sul controllo delle attività del centro storico etneo.

A passare sotto la lente d’ingrandimento degli agenti alcune attività di ristorazione nell’area della movida. Per uno è stata rilevata l’illecita occupazione di suolo pubblico per oltre 44 mq.

A causa delle gravità delle violazioni riscontrate, invece, tre noti locali di via Michele Rapisardi sono stati sottoposti a sequestro, per scarsa sicurezza dei lavoratori e frode in commercio: somministrazione di sostanze non genuine, scarse condizioni igienico sanitarie, uscite di sicurezza bloccate, estintori scaduti, prodotti ittici in cattivo stato di conservazione, alimenti di origine vegetale e animale scaduti, pane congelato non indicato nei menù, prodotti e bevande, quali la birra, destinati alla vendita ma scaduti o con l’etichettatura asportata o cancellata volontariamente, assenza totale di monitoraggio, di schede Haccp, deposito abusivo con allocati frigo e scaffalature varie con prodotti alimentari in pessime condizioni di conservazione e/o scaduti, le altre gravi irregolarità alle quali gli agenti si sono trovati di fronte.

Un fatto gravissimo attiene alla presenza di topi, riscontrata all’interno di uno dei locali. Per quanto riguarda il personale addetto alla vendita, su 19 dipendenti individuati ben 18 sono risultati irregolari, ovvero impiegati in nero.

Inoltre, è stata riscontrata la massiccia presenza di manufatti pubblicitari sulle facciate degli immobili sottoposti a vincolo storico, paesaggistico e architettonico. Tutti gli esercizi controllati erano dotati di un impianto di videosorveglianza ma sprovvisti di qualsiasi autorizzazione, ed è stato rilevato che le telecamere erano posizionate in tutti gli ambienti, compresi quelli occupati dai soli lavoratori e negli spogliatoi del personale.

Nonostante la presenza massiccia del personale, nessuno dei titolari dei locali interessati, nell’arco di tempo in cui sono stati effettuati i controlli, ha voluto presenziare.

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