Rientrato in Italia nonostante l’espulsione, giovane albanese arrestato a Santa Venerina

Il 27enne aveva eluso i controlli alla frontiera usando il cognome della moglie italiana

CATANIA – Un albanese di 27 anni, Ismet Kajlic, è stato arrestato dalla Polizia a Santa Venerina (Catania) perché è rientrato in Italia nonostante un decreto di espulsione emesso il 24 settembre del 2018 dal prefetto di Catania.
Era stato espulso perché gli agenti della Digos avevano accertato che aveva inviato al fratello dal proprio cellulare due video di esecuzioni capitali alquanto cruente e alcune foto che lo ritraevano con armi da caccia e con il volto in parte travisato.
Il provvedimento prevedeva il divieto di reingresso nel territorio nazionale e nell’area Schengen per i tre anni successivi all’allontanamento dallo Stato. Due giorni dopo il decreto prefettizio, in base a un ordine di accompagnamento alla frontiera, era stato accompagnato alla frontiera aerea di Tirana.
Durante il controllo l’albanese ha mostrato agli agenti della Digos un regolare passaporto con cognome italiano ma nome straniero rilasciato dal governo albanese il 31 maggio scorso.
Gli agenti hanno invece accertato che per eludere il provvedimento del prefetto, Kajlic, il giorno precedente dell’emissione del passaporto, si era sposato in Albania con una italiana della quale aveva acquisito il cognome sostituendolo al proprio, così come previsto dalle leggi albanesi e con il nuovo passaporto era rientrato illegalmente in Italia il 9 giugno scorso attraversando la frontiera slovena di Starod dopo essere passato dal Montenegro e dalla Croazia.
Per gli investigatori il giovane aveva architettato tutto per eludere i controlli di frontiera e poter fare ingresso in Italia. La moglie tre giorni prima era rientrata in Italia via mare. L’arrestato, su disposizione del magistrato di turno, è stato rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza in attesa del processo per direttissima, previsto per oggi.

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