Lampedusa, restano 5 salme da recuperare

I sommozzatori della guardia costiera al lavoro sul luogo del naufragio. Prelevato Dna dai sette cadaveri già trasferiti sull'isola

LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – I sommozzatori della Guardia costiera sono al lavoro anche oggi per provare a recuperare in fondo al mare le salme dei migranti rimaste sul barchino, o nelle vicinanze, dopo il naufragio verificatosi nella notte fra domenica 6 e lunedì 7. Il Rov della Guardia costiera aveva avvistato 12 cadaveri. Ieri ne sono stati recuperati 7.
I sommozzatori stanno dunque cercando di riportare sulla terraferma altre 5 salme. Ma non è escluso che nell’area del naufragio, a 60 metri di profondità, possano esservi altri corpi. Le condizioni meteomarine nell’area del recupero sono in peggioramento e quindi i sommozzatori stanno provando a fare in fretta. Sul naufragio, la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. A coordinarlo è il procuratore aggiunto Salvatore Vella.
Nel frattempo nella camera mortuaria del cimitero di Lampedusa (Ag) sono in corso le attività per il prelievo dei campioni di frammenti ossei sulle salme dei sette migranti recuperati in mare ieri dalla Guardia costiera. Si tratta di prelievi che serviranno per procedere alla identificazione delle vittime. A Lampedusa è sbarcato anche un team di medici dell’istituto di Medicina legale dell’università di Palermo, guidato da Stefania Zerbo ed Elvira Ventura. I medici si sono immediatamente messi al lavoro e stanno operando in condizioni disagiate per le carenze strutturali dei locali cimiteriali dell’isola

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