Catania contro i posteggiatori abusivi

Presidi rafforzati e pene più severe, stangato un parcheggiatore di Aci Catena che esercitava tra le vie Gambino e Paternò

CATANIA – È una lotta senza quartiere quella della polizia nei confronti dell’illegalità diffusa in città. Se da un canto il contrasto al mancato utilizzo del casco alla guida di motoveicoli è stato il leitmotiv che ha dominato i controlli estivi raggiungendo l’evocativa soglia del “quota mille”, dall’altro quello dei posteggiatori abusivi ha costituito un filone d’azione altrettanto importante e impegnativo.

I controlli a tappeto, la programmazione di interventi mirati in zone sensibili: tutto allo scopo di disincentivare questa vera e propria piaga che affligge gli automobilisti catanesi. La polizia ha giocato a carte scoperte: già in fase di prima contestazione il Questore provvede a una formale diffida nei confronti dell’abusivo, avvisandolo che in caso di recidiva verrà denunciato all’Autorità giudiziaria.
I controlli amministrativi sono finalizzati all’innalzamento del livello dell’azione di contrasto che passa da una fase amministrativa (con relativa sanzione pecuniaria da 771 a 3.101 euro) a una fase giudiziaria per la quale il denunciato assume la qualità di imputato in un processo per il quale si rischia una condanna all’arresto da 6 mesi a 1 anno e una ammenda da 2.000 a 7.000 euro.
In ogni caso, le somme raccolte nell’illecita attività sono sempre confiscate. Tutto ciò è stato ben sperimentato dal M. M., originario di Aci Catena sorpreso dagli agenti mentre “esercitava” in qualità di posteggiatore abusivo in via Gambino, all’angolo con via Paternò. L’uomo è risultato plurirecidivo, essendo risultate a suo carico altre tre contestazioni da parte degli agenti della polizia locale, tutte concentrate nel corso dello scorso mese di luglio e tutte puntualmente ignorate.

Ciò che accadrà da adesso in poi non potrà più essere preso a cuor leggero: una condanna penale, fortemente probabile atteso che le fonti di prova sono costituite da atti formali e incontestati, condurrà M. M. a una forte presa di coscienza sociale. Oppure in carcere.

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