Droga alle “due torri” di Librino, blitz nella piazza murata dal clan

VIDEO: arriva l'allarme della vedetta

Recinzioni abusive per proteggere i pusher: 20 arresti a Catania, colpita la cosca Arena con l'impiego di 150 agenti. Nella zona girato il video della neomelodica: "Si spaccia per necessità...". TUTTI I NOMI E LE FOTO

VIDEO: spaccio indisturbato sotto i portici

CATANIA – Operazione antidroga della polizia di Catania contro un gruppo criminale che operava nel quartiere di Librino. Sono circa venti i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip per associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Gli arrestati (uno dei quali è minorenne ed è finito in una comunità) farebbero parte degli Arena, articolazione del clan mafioso Santapaola-Ercolano. Nell’operazione sono stati impegnati 150 agenti della polizia.

L’indagine, avviata nel marzo del 2018 dalla squadra mobile e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia, si è incentrata su una delle piazze di spaccio storiche del quartiere di Librino, ovvero quella di viale San Teodoro 7, dove circolano abitualmente cocaina e marijuana. Una zona comunemente chiamata “due torri”, di fronte al noto palazzo di cemento da sempre roccaforte della famiglia Arena.
L’operazione di polizia è stata denominata “Bergen Town”, a causa del murales dipinto su una parete al centro della piazza di spaccio, raffigurante un folletto che fuma marijuana con sopra una scritta di sfida alle istituzioni del seguente tenore: “i folletti del palazzo non amano farsi vedere e svaniscono come fossero fatti di fumo!”.
Di recente il sito era stato utilizzato come set per realizzare il video per un brano musicale di una cantante neomelodica, Agata Arena, nipote del noto pregiudicato Giovanni Arena, per 18 anni latitante, il cui ritornello recitava “questa è la vita nostra e non la possiamo cambiare …. chi sbaglia e spaccia è per necessità…”. La ragazza è stata denunciata recentemente perché accusata di percepire indebitamente il reddito di cittadinanza, con il quale avrebbe finanziato il nuovo album.

Il clan gestiva con regolarità lo spaccio di marijuana e di cocaina, con una perfetta distribuzione di compiti tra pusher, vedette e custodi. L’organizzazione aveva innalzato muri di cinta abusivi attorno ai luoghi di spaccio situati sotto il portico del palazzo, che tutelavano gli spacciatori da occhi indiscreti e aveva provveduto a fabbricarne di nuovi, dopo che la polizia giudiziaria li aveva fatti abbattere.

Gli investigatori sono riusciti ugualmente a piazzare videocamere all’interno della piazza, riprendendo per mesi il fiorente traffico di stupefacenti e ottenendo prove certe sulla responsabilità degli arrestati. I tempi di intervento sono stati particolarmente brevi.

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