Catania: 5.000 € in nero per pulire le tombe

La polizia scopre una valanga di irregolarità al cimitero. Nessuna sicurezza nei cantieri per i nuovi loculi. FOTO

CATANIA – Eseguendo controlli  nel quartiere Zia Lisa, la polizia di Catania ha rivolto la sua attenzione all’interno e all’esterno del cimitero, dove recentemente sono stati registrati crimini e illeciti di vario genere.
In due cantieri edili allestiti per la realizzazione di loculi gli agenti hanno notato subito gravi irregolarità in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Tutti i muratori presenti non avevano casco e cinture di sostegno, pur muovendosi nei piani alti degli edifici e su un ponteggio peraltro non a norma, in quanto senza parapetti.
Il concreto rischio di caduta era ancora più alto a causa delle forti raffiche di vento. Entrambi i cantieri sono stati sequestrati. Fuorilegge anche i mezzi utilizzati: uno era senza la copertura assicurativa (e il conducente privo di patente); in un altro caso l’autocarro era senza revisione. Uno dei muratori lavorava in nero e percepiva indebitamente l’indennità di disoccupazione, ragione per la quale è stato indagato, insieme con le tre persone che gestivano i lavori per realizzare le cappelle cimiteriali.
Un ulteriore controllo, sempre in area cimiteriale, ha consentito di accertare la presenza di due operai in nero con un’articolata attrezzatura da lavoro: svolgevano da anni le pulizie occupandosi anche della gestione delle tombe. Hanno riferito che ne gestiscono circa 50, percependo sino a 100 euro al mese per ogni tomba.
In totale sono state indagare 7 persone. I controlli hanno riguardato anche l’area fronte cimitero: è stato individuato un negozio di stucchi totalmente abusivo e senza un regolare contratto di locazione, al cui interno lavoravano diversi dipendenti in nero, compreso un minore che al momento del controllo aveva disertato la scuola dell’obbligo.
Infine indagate due persone che ormai da anni occupano illegalmente circa 1.000 metri quadri di suolo, invadendo totalmente il marciapiede e parte della strada, posizionando la merce (armadi, barche, poltrone e altri oggetti) pure a ridosso della fermata dell’autobus, creando disagi alla viabilità e ai pedoni.

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